Il dato potrebbe sorprendere i non addetti ai lavori, ma la maggioranza di chi abitualmente pranza fuori casa spende dai 5 ai 10 euro. La spesa media è di 8,2 euro: si scende a 7,2 euro per un pranzo di lavoro, ma si sale a 13 se il pranzo è di piacere. Quando si tratta di cena la spesa aumenta considerevolmente, si arriva a 24 euro procapite, ma se è di lavoro non si superano i 18 euro.
Da questi crudi dati si evince che gli italiani propendono a contenere i costi quando pranzano per ragioni di lavoro, mentre si tende a spendere un po’ di più se il pranzo o la cena ha scopi cerimoniali e conviviali. Nonostante il periodo di crisi, i macro numeri esprimono valori ancora molto elevati – si stimano cifre intorno i 66 miliardi di euro per consumi alimentari. Tuttavia nel 2010 le cifre hanno segnato una flessione significativa e nel 2011 i consumi alimentari fuori casa tendono ad un ulteriore calo.
Il dato, se ciò può consolare, non è positivo ma non dovrebbe essere nemmeno così preoccupante come in altri settori. Occorre però stare guardinghi, non lasciarsi prendere dagli andamenti economici e cercare in qualche modo di reagire. Trovare risposte adeguate a un mercato meno spendaccione e attento a ciò che compra e consuma. Dobbiamo tuttavia registrare con soddisfazione attività nuove e dinamiche, in città grandi come in provincia, con gestioni professionali e attente. Ma c’è pure l’altra parte della medaglia: molte attività sono ferme e stantie, in attesa di non si sa cosa.
E’ un’ offerta collocabile nella fascia media, espressione di una ristorazione dal passato felice, ma ora non più. La crisi economica sta trasformando gli stili di vita a milioni di persone e i consumi fuori casa cambiano di conseguenza non meno di quelli domestici. E queste gestioni sono allo stesso tempo effetto e specchio della crisi. Molti ristoranti non dicono più nulla, non trasmettono più emozioni; meglio allora starsene a casa, cucinare qualcosa con gli amici e crearsi le emozioni fra le quattro mura domestiche. Il ristoratore di domani deve ritornare ad emozionare e dare al cliente il piacere di trovarsi nel suo ristorante.
Roberto Martinelli