Salame pregiato: perché?
Ci sono principi che per Angelo Dedomenici, profondo cultore della tradizione, sono irrinunciabili nella preparazione dei suoi, è il caso di dirlo, rinomati oltre che pregiati salami e contemplano innanzitutto la scelta del suino di almeno un anno di età e un peso superiore ai 200 kg, rigorosamente allevato in un piccolo borgo dell’Oltrepò Pavese con prodotti naturali (crusca, orzo grano ed erba) e macellato nella zona di produzione (15 comuni dell’Oltrepò Pavese montano della provincia di Pavia). Segue poi la scelta di tutte le parti nobili della sua carne - la coscia, la spalla, il lombo e il filetto - motivo per cui su parla di salame pregiato. Non solo, come indicavano i nonni, ogni salame deve contenere la carne di uno stesso suino. La concia per la preparazione della pasta del salame è fatta solo con sale, pepe, infuso di aglio, vino rosso locale e un pizzico di salnitro. Non ci sono altri conservanti, antiossidanti o additivi.
I salami, insaccati a mano (è ai longobardi che si riconduce la tecnica, poi affinata, di insaccare in budelli animali) stagionano in modo naturale, in cantina, non in celle a stagionatura forzata.
Principi che a un certo punto sono diventati una forma mentis per quest’uomo che opera con estremo rigore in ogni singola fase di preparazione di ciascuna tipologia di salame che produce: il salame di Varzi Dop e il salame tradizionale Dedomenici, in tre diverse pezzature che abbisognano di diverse stagionature, dalla Filzetta alla Filzettona fino alla specialità del Cucito, per cui l’insaccatura avviene in un doppio budello cucito a mano.