Tradizione campana, tecniche moderne e convivialità
Ed è così che, nel cuore della Brianza, il Ristorante Silvestro nasce dal desiderio di unire passioni ed energie e diventa un luogo dove la cucina racconta una storia di tradizione e creatività.
L’identità gastronomica di chef Giuseppe Silvestro richiama le sue origini e si costruisce su gusti decisi e bilanciati che le esperienze maturate arricchiscono di tecnica, equilibrio e fantasia.
“La maggior parte delle nostre ricette sono sapori della nostra tradizione, soprattutto campana – afferma Silvestro – piatti del ricordo che ricreiamo dando loro un bel vestito ma conservando il gusto che, secondo me, è quello che deve rimanere intatto. In questo modo rimane anche il sentimento di cucinare col cuore e con i ricordi”.
Monza è dove tutto questo avviene; vicino a Milano dove chef Giuseppe ha fatto esperienze importanti per la sua carriera, lontano dalla metropoli per mantenere identità e intimità.
Spiega Giuseppe Silvestro: “Ho scelto Monza perché avendo lavorato a Milano da Cracco in Galleria e alla trattoria del Nuovo Macello ho potuto vivere l’atmosfera di due posti dove si fa molto bene cucina classica. Monza potrebbe essere definita una piccola Milano per ambiente, frequentazione, modo di vivere ma non vi trovavo questa tipologia di locale. E allora mi sono detto perché non valorizzare questo territorio? Qui c’è gente benestante, culturalmente elevata, c’è la Villa Reale, l’Autodromo, un parco gigantesco, possiamo offrire qualcosa di più”.
Piatti belli, studiati, bilanciati, perché il gusto viene prima di tutto, perfetti perché tecnicamente realizzati secondo le più moderne concezioni. Un ambiente accogliente, rilassante, dove poter chiacchierare, trascorrere del tempo in compagnia: il piacere dello stare a tavola. Chef Silvestro ha compreso e interpretato lo spirito meneghino autentico che non cerca apparenza e mondanità ma concretezza e convivialità. Esprime così il suo pensiero: “Ho osservato la gente, e ho visto che amavano rimanere a tavola, chiacchierare, gustare un piatto che evochi un ricordo, chi più chi meno a suo modo, con un profumo o un morso, e questo mi ha fatto tornare in mente la ristorazione vera, quella dove le persone escono per andare a mangiare e sentirsi bene in compagnia, non per trovare o dare spettacolo”.