Sarà l’Expo dei record? Per ora pare di sì: il record dei 10 milioni di biglietti in prevendita, quello del maggior numero di paesi partecipanti (135), il primato di padiglioni appositamente costruiti (53). Oppure sarà l’Expo del maggior numero di ristoranti presenti? In ogni angolo dell’area si troverà un’occasione per mangiare: dai 20 ristoranti di Eataly agli appuntamenti di Identità Expo (ad inaugurarli sarà Massimo Bottura, il 1 maggio), dal chiosco di Davide Oldani ai punti di ristoro di Cir food, per non parlare dei ristoranti presenti in ogni padiglione che metteranno in scena le cucine del mondo.
Un’offerta gastronomica immensa che offre ai visitatori la possibilità di imparare tutto ma proprio tutto sul cibo.
“Farò spesa ogni giorno ad Expo” ha dichiarato lo chef Carlo Cracco, ed è un’azione nobile che porta a riflettere sul patrimonio straordinario che, per i prossimi sei mesi, i consumatori e i cuochi potranno scoprire.
Bisogna partire da qui per capire, una volta per tutte, che l’esposizione universale che si apre a Milano non è una gigantesca fiera, ma è un incredibile contenitore dei cibi del mondo, dove non si fanno compravendite o affari ma dove si impara, si fa cultura ed educazione alimentare, si toccano con mano le biodiversità, si parlano le lingue internazionali del cibo.
E si firma la Carta di Milano, il documento sui contenuti dell’Expo che impegna i paesi sottoscrittori a delineare un domani migliore partendo dall’alimentazione, che verrà consegnato a ottobre a Ban Ki-moon, segretario generale dell’ONU. Una firma che tutti i visitatori possono apporre.
Questa, insieme ad un volto nuovo che resterà della città di Milano, sarà il lascito di questa edizione che, alla fine, riuscirà ad aprire i cancelli nei tempi previsti sconfiggendo gli expopessimisti.
Dal 1° maggio l’Italia si sveglierà al centro del mondo. Ed è un gran bel risveglio.
Luigi Franchi