L’occasione è stata l’inaugurazione, venerdì scorso, dell’ Olio Officina Food Festival che si è svolto questo fine settimana a Milano. Il contesto, una conversazione filosofica sul cibo tra Luigi Caricato, ideatore e direttore dell’evento, Nicola Dal Falco, scrittore e giornalista, e un Gualtiero Marchesi più in forma che mai. Spunto di riflessione l’olio, il prezioso e versatile ingrediente della cucina italiana celebrato con l’intenzione di conferire valore a ciò che talvolta, sbagliando, viene considerato marginale.
“La cucina è un mondo intellettuale” ricorda infatti Luigi Caricato, e il nutrimento ha di per sé valenze simboliche: creare nuovi linguaggi gastronomici espressivi alimenta la tradizione, il senso e le identità, al plurale, della cultura di un popolo. E lo stesso vale se, per usare un gioco di parole, ci ricordiamo di non dimenticare quello che sappiamo già: la forma è materia e la materia è forma. “Questa formula neoplatonica ci dice che la cucina è verità e ci esprime l’etica di comportamento del cuoco” spiega Gualtiero Marchesi.
Cuoco e, per cortesia, non chef, che è una parola priva di significato. “Identifica tutti quegli esecutori che si credono compositori, che preparano un piatto per stupire, rivelando la propria insicurezza. Così facendo tradiscono la materia. La materia è musica… il cuoco deve ambire a comporre un piatto che suoni.”