Con il Reg. CE 186/2013 del 5 marzo, il Salame Felino è stato iscritto nel registro comunitario delle DOP e IGP, con entrata in vigore dal 26 marzo 2013.
Il Salame Felino IGP, da disciplinare, avrà come unica zona di produzione la provincia di Parma, senza limitazioni di zona in merito all’affettatura ma fermi restando i controlli sull’operazione. Si conclude dunque la lunga e tortuosa vicenda iniziata con il DM 03.06.2004 – che prevedeva la tutela provvisoria – annullato nel 2006 da una sentenza del Tar del Lazio, in seguito sconfessata dal Consiglio di Stato nel 2009: la decisione del consiglio di Stato autorizzava le imprese che prima della registrazione avevano utilizzato la denominazione Salame tipo Felino a ottenere delle proroghe del periodo di adattamento. Con DM 29.11.2011 il Ministero prorogava fino al 24 dicembre 2012 la possibilità di continuare a utilizzare la denominazione “salame tipo Felino” per le aziende situate fuori dalla provincia di Parma.
Soddisfatti i produttori del Consorzio Salame Felino presieduto da Carletto Ferrari (Salumi Boschi Fratelli) e il consiglio direttivo composto da Umberto Boschi (Cav. Umberto Boschi), Fabrizio Aschieri (La Felinese Salumi), Luca Fereoli (Fereoli Gino e figlio) e Tito Tortini (Salumificio Ducale).
Ora, la posizione di molte aziende che hanno utilizzato la denominazione Salame Felino da oltre 25 anni, è quella di richiedere di poter continuare ad utilizzarla in quanto usato in buona fede prima della registrazione a livello comunitario. Sul punto sia il Ministero dello Sviluppo economico che il Ministero delle Politiche Agricole si erano già espressi favorevolmente rispetto alle aziende che avevano presentato un idoneo dossier. I prossimi mesi saranno decisivi per verificare se su questo aspetto sorgeranno o meno controversie.
Alessandra Locatelli