Corsi in lingua per gli operatori, sportelli di microcredito presso le Camere di Commercio, un’associazione nata all’interno di FIPE appositamente per loro. Stiamo parlando del fenomeno che sta interessando il settore dell’Ho.re.ca.: l’aumento costante di lavoratori, in molti casi imprenditori, stranieri che contrasta con il calo dell’imprenditoria italiana.
Mentre la quota di imprenditori italiani negli ultimi cinque anni è calata del 2,1%, quella straniera segna cifre da record: +28,5%. Parla straniero il 12% dei bar e ristoranti in Italia con 38.360 imprese dove gli immigrati sono titolari (9,8%) o gestori attraverso società di capitali (11%) o società di persone (15,2%). I dati arrivano da un'indagine di Fipe Confcommercio sulle imprese della ristorazione gestite dagli immigrati in Italia. In questo panorama multietnico l’arcipelago dei ristoranti etnici è una realtà di spicco con 2.500 locali dove spopolano i cinesi (1.883, per una quota del 75%), seguiti dai giapponesi (9,3%), africani (3,2%), brasiliani (2,8%) e messicani (2%).
I locali stranieri si concentrano soprattutto al Nord, con il primato della Lombardia (8.370 imprese), seguita da Lazio (4.167), Veneto (4.076), Emilia Romagna (4.064), Piemonte (3.230) e Toscana (2.641). In queste sei regioni si concentrano i tre quarti delle imprese straniere attive nella ristorazione in Italia.
A fronte di questi numeri FIPE ha dato vita ad una costola interna all’associazione creando l’Associazione internazionale imprenditori stranieri (Aiss), con il compito di fare sistema e creare regole comuni e condivise. Tra le prime iniziative corsi in rumeno per spiegare le regole per preparare un buon espresso e una rivista in lingua araba rivolta agli operatori della ristorazione e della gelateria.