Si è conclusa pochi giorni fa la prima fase di una collaborazione, decisamente proficua per tutti, tra Parmamenu, l’Istituto Alberghiero Magnaghi-Solari di Salsomaggiore Terme, Fidenza Village e il Consorzio Parmigiano Reggiano.
Prima fase perché, come ha detto Massimiliano Carpanese, amministratore di Parmamenu, “le nostre sette botteghe tra Emilia e Piemonte non sono solo luoghi in cui acquistare prodotti di qualità, ma veri e propri spazi di incontro, dove sentirsi a casa come nelle botteghe di paese, consigliati dalla saggezza dei bottegai e mangiando bene in modo genuino, con prodotti che raccontano il patrimonio enogastronomico unico della Food Valley ed è proprio per tenere viva questa abitudine che abbiamo bisogno dei ragazzi e delle ragazze che hanno scelto una scuola, l’alberghiero, che garantisce il futuro dello stile italiano di ospitalità. Per questo l’iniziativa che abbiamo ideato e che si conclude con questo contest proseguirà anche nei prossimi anni coinvolgendo sempre più istituti e sempre più studenti”.
Il contest “Il Territorio come dispensa” ha coinvolto 24 studenti della classe 3B, indirizzo Enogastronomia, dell’Istituto e visto la realizzazione di otto piatti diversi, tutti con un obiettivo comune: trovare una chiave culinaria innovativa per valorizzare al meglio il Parmigiano Reggiano DOP. Per arrivare alla realizzazione del piatto, però, ci sono stati incontri dove si è parlato di territorio, di abbinamento con il vino, di marketing agro-alimentare, di ospitalità, di bellezza e del futuro professionale degli studenti stessi.
Argomenti che Gianluca Di Biase, direttore della guest experience di Fidenza Village, che si trova all’uscita del casello autostradale più bello d’Italia, quello di Fidenza (PR) appunto, ha riassunto nel suo appassionato intervento nel corso della premiazione del contest.
“Ho cominciato la mia carriera professionale nell’ospitalità, con un compito molto semplice. – racconta Di Biase - Il mio direttore mi mise sulla porta dell’hotel a dire buongiorno. Però mi disse una cosa che non ho mai dimenticato: non è quello che fai, è come lo fai che ti fa ricordare dagli ospiti. Successivamente ho lavorato in un ristorante, non in cucina ma in sala e il maître mi disse, in un momento molto concitato del servizio: stai facendo tutto bene, ma attenzione, quando posi il piatto guarda negli occhi l’ospite e non il tavolo. Come stai facendo stai servendo il tavolo e non l’ospite. Da quei due insegnamenti ho capito che l’ospitalità non è fatta solo di gesti tecnici impeccabili ma di relazioni, il più possibile sincere, che rendano quel momento memorabile. Ed è con questi insegnamenti che sono approdato qui, in qualità di direttore della guest experience e voglio dire a Massimiliano Carpanese, e a tutto il suo staff, che aver realizzato questo contest con l’obiettivo di far emergere il vostro talento è un gesto ammirevole”.