L’agricoltura in Italia
vale 51,8 miliardi di euro in termini di produzione, con un sensibile aumento pari al 6,4% sull’anno precedente (dati 2011 verso 2010). Questo è il primo elemento tangibile che emerge
dall’Annuario sull’agricoltura italiana, recentemente presentato da INEA.
Uno strumento indispensabile per gli operatori che hanno un rapporto con il mondo agricolo e con la sua profonda trasformazione in termini di produzione, multifunzionalità e green economy.
Basti pensare che le attività di diversificazione delle aziende agricole censite nel 2010 sono state 98.839, relative a 76.148 aziende pari al 4,7% del totale. Contoterzismo e l’agriturismo sono quelle maggiormente diffuse, a cui seguono le attività di trasformazione e prima lavorazione dei prodotti aziendali e quelle legate alla manutenzione del territorio. Stanno prendendo piede, seppur in maniera ancora limitata, le attività a carattere sociale (attività ricreative e fattorie didattiche). Il 51% delle aziende destinate ad attività connesse è localizzata nel Nord, dove si concentra però soltanto il 25% delle aziende totali. Una situazione opposta si riscontra nel Mezzogiorno.
Le aziende agrituristiche sono circa l’1,3% delle aziende agricole nazionali, con picchi in Trentino-Alto Adige (9%) seguito da Toscana (5,7%) e Umbria (3,3%). La localizzazione è maggiore nel Centro-Sud (54% del totale) rispetto al Nord (46% del totale).
Tra gli indicatori emerge una crescita della domanda interna verso i prodotti biologici, che però non trova riscontro nell’adeguamento delle superfici produttive che rimangono sostanzialmente invariate intorno al milione di ettari, pari all’8,5% della superficie agricola italiana. Il dato significativo deriva dal fatto che
i terreni destinati al bio si trovano, per l’82%, in collina e montagna, segno di una collocazione altimetrica privilegiata per i prodotti di qualità nostrani.
Un altro primato dell’agricoltura italiana deriva dai prodotti a Indicazione Geografica che vedono il Paese in testa alle classifiche comunitarie per numero di prodotti, pari al 22% del registro UE:
Dop e Igp, giunte a quota 244, ripartite nei prodotti dell’ortofrutta e dei cereali (quasi 40%), nei formaggi (18%) negli oli extra vergine d’oliva (18%) e nei salumi (circa 14%). In particolare il comparto vinicolo registra 73 Docg, 330 Doc e 118 Igt. La superficie investita a Doc e Igt rappresenta in Italia oltre il 70% dell’intera superficie vitata.
Infine il risultato più significativo, relativo alla spesa pubblica e privata dedicato alla
ricerca e sviluppo in agricoltura a cui sono stati destinati 780 milioni di euro, corrispondent1 al 4% del totale, quota significativa tenuto conto del fatto che nello stesso anno il peso del sistema agro-alimentare nazionale sul Pil è stato pari al 3,3%, sebbene gli investimenti nel sistema agro-indistriale siano di norma inferiori a quelli del sistema delle imprese in altri settori.
“Come di consueto – spiega il
presidente dell’INEA, Tiziano Zigiotto – l’Annuario dell’agricoltura italiana presenta, al fianco degli andamenti delle principali componenti del sistema agroalimentare, analisi più originali sui temi della multifunzionalità, delle certificazioni, dello sviluppo sostenibile e della green economy. Giunto ormai alla LXV edizione, l’Annuario INEA è il frutto della collaborazione di oltre 50 esperti e di numerose istituzione, che forniscono dati e informazioni, consentendo di realizzare un importante strumento conoscitivo insostituibile per ricchezza e molteplicità di spunti per chi opera nel settore”.
Quest’anno l’Annuario è edito direttamente dall’INEA ed è disponibile integralmente in formato digitale all’indirizzo
www.inea.it, dove è possibile consultare anche la relativa banca dati.