Se mangi male allora paghi di più. È questa la sintesi della proposta che il Ministro della Salute Renato Balduzzi ha inviato alle Regioni in merito al Patto per la Salute 2012-2014 e che sta già facendo discutere: viste le difficoltà finanziarie dello Stato e l’esigenza di nuove entrate si potrebbe finanziare il settore sanitario mediante una tassa applicata sui ciò che fa più male alla salute, vale a dire alcool e i cosiddetti junk food, ovvero i cibi spazzatura.
Una tassa di scopo con i cui introiti si potrebbe finanziare l'edilizia sanitaria, le residenze per anziani e disabili. Senza questi fondi, recita la bozza "le strutture sanitarie pubbliche sono destinate ad un progressivo degrado con inevitabili riflessi sulla qualità delle cure e sul mantenimento dei Lea", i cosiddetti Livelli essenziali di assistenza.
Nell’occhio del mirino, quindi, bevande alcoliche, bibite gassate, merendine, patatine fritte, hamburger e cheesburger, come avviene già in altri paesi europei quali la Danimarca, che ha messo una tassa sugli alimenti “grassi”, compresi anche il burro e l’olio d’oliva, o in Francia, dove presto si tasserà la Coca Cola.
Un provvedimento che sta già generando una discussione piuttosto animata sull’eticità di un provvedimento repressivo, che punisce ancora una volta il consumatore finale. Del resto, una nutrita letteratura ha già dimostrato che la repressione non educa, ma semmai invita alla trasgressione, in questo caso alimentare… Ma che l’educazione interessi poco allo stato è un dubbio lecito. Anzi, non sarà che interessi proprio il contrario? Più si consuma male più lo stato incassa, quindi ben vengano i junk food. In barba all’educazione alimentare e alla lotta contro l’obesità. Perché altrimenti avrebbero trovato altri espedienti. Magari la tassa su cibo spazzatura l’avrebbero fatta pagare alle aziende produttrici. Che ne dite?