In Francia si scopre che un terzo dei ristoranti non cucina. Piatti pronti, prodotti surgelati, sottovuoto, dolci industriali. Per fronteggiare questa situazione il ministro del Turismo, Sylvia Pinel, ha pensato bene di inventare un logo identificativo, da apporre a quei locali che usano la cucina e le materie prime per creare ricette da proporre nei loro menu.
Nasce così Fait Maison, fatto in casa: ''Questa etichetta - ha spiegato la ministra Sylvia Pinel - è una soluzione comprensibile per il consumatore e facilmente verificabile dai servizi competenti''. Polemica l'opposizione: per il deputato Ump, Daniel Fasquelle, l'etichetta ''fait maison'' non risolverà la situazione. ''La priorità è difendere la gastronomia francese evitando che venga banalizzata - osserva -. Bisogna riservare la denominazione 'ristorante' ai soli luoghi in cui il piatto è preparato sul posto. Ho l'impressione che il governo ceda alle lobby''.
A margine di Fait Maison, il ministro ha anche ideato il logo per i maitres restaurateurs; si tratta di un riconoscimento a quei ristoranti che offrono la garanzia i una cucina con prodotti di qualità elaborati da un gruppo di professionisti. Per avere tale riconoscimenti i parametri sono: materie prime di qualità, accoglienza, ambiente interno ed esterno, sicurezza alimentare e titolarità del locale.
Chissà se anche le nostre massime istituzioni non prendano in considerazione di codificare un po’ di regole. A volte copiare non guasta.
Luigi Franchi