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Inno alla vita (Prima parte)

13/06/2022

Inno alla vita (Prima parte)

Capita, in quel percorso che da bambini porta verso l’adultità, di ritrovarsi a incamerare un tesoretto  che, anche se non lo sappiamo ancora, riemergerà al momento opportuno, determinando il nostro futuro.

Capita, non così spesso, ed è capitato a Francesca ed Elena, 28 e 25 anni, grazie a quella travolgente e contagiosa passione che il papà, Andrea Paternoster, anima di Mieli Thun, ha saputo infondere in loro, intanto che riuniva molti intorno al suo impegno di rinobilitare il miele da mero rimedio curativo a ingrediente puro (come era in origine). Creare un marchio, un brand nel miele, che seguisse la filosofia di un’attività a filiera completa, dalla produzione alla vendita ad opera di un unico soggetto, è stato l’obiettivo chiaro fin dall’inizio - e peraltro raggiunto - di Andrea Paternoster. 

Inno alla vita (Prima parte)

Crescere dentro la cultura del miele
La storia delle sorelle Paternoster comincia dalla naturale accettazione, già in tenera età, di altre ‘sorelle’ in famiglia, perché è così che questi esserini alati sono entrati nella loro vita.
“Fin dalla materna, mia sorella ed io non abbiamo mai fatto il post scuola pomeridiano – racconta Elena - Mamma veniva a prenderci e ci portava in azienda, dove il lavoro era tanto e anche lei era impegnata a fare la sua parte. Ho un ricordo nitido, fra gli altri, di quando in stagione apistica, entravano i melari in azienda per la smielatura e del profumo che emanavano. Un’emozione! Siamo cresciute non solo libere ma incentivate a fare le nostre scelte mentre papà, vulcano di idee, metteva a punto, passo dopo passo, la sua rivoluzione nel mondo dei mieli, al plurale. Nonostante il nostro percorso di studi, siamo sempre rimaste connesse, partecipi di tutto ciò che accadeva: impossibile non essere coinvolte da un gioioso trascinatore come lui! Questo finché io per prima non ho iniziato la mia esperienza lavorativa in azienda”.

Elena è partita, come si suol dire, dalla gavetta in magazzino, alle prese con la gestione degli ordini e non solo. È seguita poi l’occasione di un’esperienza fuori casa, che non ha voluto farsi scappare come ulteriore motivo di crescita.  Poi il rientro nel 2020, con la responsabilità di gestire tutta la parte commerciale di Mieli Thun, in stretta relazione con gli agenti, cercando di carpire dal padre quanto più possibile di quel mestiere.

Nel frattempo Francesca, la sorella maggiore, proseguiva a oltranza il suo percorso di studi fino a conseguire la laurea magistrale in Economia e Management a Roma e subito dopo un’esperienza nel mondo della ristorazione. Era in procinto di iniziare a lavorare in un’agenzia di comunicazione romana quando, insieme alla sorella, è stata chiamata all’appello. Da quel momento sarebbe toccato a loro due prendere decisioni importanti, non preventivate, sul futuro della creatura di famiglia: Mieli Thun.

UnUn'ape che bottina il nettare

Guardare avanti
“Dopo quello che è accaduto a papà – racconta Francesca - non c’è stato un attimo in cui abbiamo preso in considerazione l’opzione di non andare avanti, nonostante i moniti di chi ci stava intorno. ‘Siete sicure - ci dicevano - guardate che è un impegno!’ Ma noi, forti del legame che ci unisce, abbiamo deciso di tenere in vita Mieli Thun, anche alla luce di tutte le energie che qui sono state investite. Tempo un mesetto e già eravamo calate in un lavoro che non poteva fermarsi ad aspettarci e ci chiedeva di rodare velocemente”.

“Elena – prosegue Francesca - lavorando già in azienda e vivendo in loco, era già sul pezzo, quanto a me ho lasciato una città, Roma, in cui vivevo bene e dove stavo per iniziare un percorso lavorativo a cui papà stesso teneva: ‘Pensa a fare esperienza!’, mi diceva. Il mio compito in azienda è seguire la parte dell’apicoltura e produzione, in coordinamento con chi lavora con noi, ma anche la comunicazione.
Ci sono state e ancora ci sono figure fondamentali accanto a noi, come nostra madre Lucia, che con mio padre aveva avviato questa attività e che oggi rappresenta, con la discrezione che le è propria, ‘i nostri occhi’ sul comparto produttivo. E questo ci dà molta serenità”. 



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a cura di

Simona Vitali

Parma, la sua terra di origine, e il nonno - sì, il nonno! - Massimino, specialissimo oste, le hanno insegnato che sono i prodotti, senza troppe elaborazioni, a fare buoni i piatti.
Non è mai sazia di scoprire luoghi e storie meritevoli di essere raccontati.
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