Tommaso Arrigoni analizza con molta concretezza la condizione di questo 2020 delicato: “Non è un momento favorevole per nessuno, è un anno con un fatturato da dimenticare, ma ho la fortuna di raccogliere i frutti di anni ben gestiti che mi permettono di pianificare il futuro con una buona serenità. Trovandomi in condizioni di parità con gli impegni economici ho mantenuto un ottimo rapporto coi miei fornitori, in piena collaborazione. Per questo ho chiuso e ho approfittato di questo momento per godermi la famiglia e ritemprarmi. Nel frattempo, da maggio, è partito un progetto al quale stavo lavorando da tempo in collaborazione con una società londinese di delivery. In pratica, abbiamo anticipato l’avvio di un sistema di ghost kitchen e delivery, su ricette ideate da me e realizzate dalla mia brigata,grazie al fatto che Innocenti Evasioni era chiuso e la sua cucina a completa disposizione. Adesso che anche il mio ristorante è aperto, conviviamo molto bene. Le prime settimane di riapertura, sono stato felicemente sorpreso di ricevere un buon numero di prenotazioni, clienti abituali che avevano voglia di tornare, e adesso noto una situazione un po’ altalenante ma ottimistica; ho ridotto leggermente il numero dei coperti in virtù del fatto che i tavoli sono prevalentemente da due, ma i miei spazi erano già comodi e la gente affluisce serenamente: sanno che da me possono stare tranquilli, c’è molta fiducia reciproca”.