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Iotto, un’osteria ‘libera’ fuori porta

20/02/2015

Iotto, un’osteria ‘libera’ fuori porta
Esistono locali introvabili ai più, ma raggiungibili da tutti. E l’osteria Iotto, situata non molto lontana dal centro di Roma, rientra indiscutibilmente nella categoria. Arrivati nel grazioso borgo di Campagnano, noterete certamente un concentrato di luci a metà del corso, accompagnate da un’elegante insegna. È lì che, dieci anni fa, Marco Pasquali ha inaugurato la sua piccola osteria fuori porta. Dopo numerosi viaggi, assaggi, confronti e strette di mano, decise nel 2005 di fermarsi e far scoprire il suo sostanzioso bagaglio enogastronomico a chi, per sentito dire o perché di passaggio, si ritrova a varcare la soglia del suo locale. Un’osteria che nasce per dar voce a una grande possibilità dell’uomo: quella di poter essere libero di scegliere. Scegliere per esempio di mantenere le distanze dai passi frenetici della città, o del poter perseguire liberamente una propria linea di pensiero. È proprio affidandosi a quest’idea che Marco ha scelto, con l’appoggio fondamentale della moglie Ines, di intraprendere una via tutt’altro che battuta, sposando una filosofia largamente improntata al naturale. Una volta scovata, in quegli scorci di periferia, quella che lui stesso definisce “la dimensione più umana dell’esistenza”, Marco e Ines hanno lanciato la loro attività. In cucina entrano i prodotti del loro orto, raccolti da un terreno lasciato volutamente nudo, puro e crudo, che non subisce alcun trattamento. Allo Iotto detta legge la stagionalità e, perciò, in ogni momento dell’anno i numerosi ortaggi prelevati dalla terra diventano ingredienti indispensabili per la realizzazione dei piatti proposti in menu. Cavolo nero, broccoli, biete e cicorie selvatiche, per non parlare delle preziose erbe spontanee, selezionate in campo dalla mano esperta di Ines. Trovano spazio i sapori decisi, come quello del pepe, macinato direttamente al tavolo con generosità, o del peperoncino. Ma c’è attenzione anche per i palati che gradiscono sapori più delicati. Così, dai capi saldi della tradizione romana, come la coda alla vaccinara o la “gricia”, si passa alle proposte di rivisitazione, come le polpette di carne arricchite da una fresca nota di limone, o la frittura “di stagione”, o ancora la richiestissima zuppa di funghi porcini e castagne (disponibile, ahinoi, solo per pochi giorni in autunno). A completare il tutto, uno stile accogliente e genuino, sia nella cura dell’ambiente che nel dialogo con l’ospite. La porta è aperta proprio a tutti: sviluppando il locale in una sola piccola sala, con pochi tavoli e sedie volutamente diverse, è stata perfettamente ricreata l’atmosfera familiare dell’osteria.
La scelta di ricorrere al “naturale” non riguarda solo la cucina, ma anche un altro elemento per il quale allo Iotto, da sempre, si è nutrito un grande interesse. A due passi hanno dato vita a “Birbo”, un’enoteca in cui Marco sta raccogliendo tutta la sua grande passione per il vino, tanto da vantare oggi più di 460 etichette. Curiosa, e degna di spiegazione, la scelta dei nomi per i due locali. Fonte d’ispirazione è stato il detto romano “Iotto, birbo..e mardevoto”. Per i primi due è già stata trovata un’egregia occupazione…  chissà cosa ci dobbiamo aspettare per il mardevoto!

Giulia Zampieri                                                                                                                                                       

Osterio Iotto
Corso Vittorio Emanuele, 96
00063 Campagnano di Roma
Tel. 06 9041746
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