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Istruzione e formazione professionale per le nuove leve

22/12/2010

"L'istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo".

È sempre un piacere per me leggere queste parole di Nelson Mandela, che mi spronano a proseguire, con sempre più impegno, nel mio lavoro. Ogni giorno sono contornato da ragazzi volenterosi di crescere e di imparare, per poi affrontare il mondo del lavoro. Operare nel mondo della formazione da circa quindici anni mi ha fatto capire che la formazione costante è un elemento fondamentale per offrire un servizio di qualità. Ripeto continuamente a collaboratori e a docenti che non bisogna mai smettere di imparare, di tenersi aggiornati, ma soprattutto di essere curiosi. Offrire una corretta formazione professionale permette di inserire nel mondo del lavoro persone con caratteristiche tali da rispondere alle richieste e ai fabbisogni delle aziende del settore ristorativo-alberghiero.

È importante che all’interno della formazione professionale si crei una simulazione d’impresa reale, rivolta ad un corpo unico compatto e coeso, formato da tutti, allievi e docenti, aziende, stage e mondo dell’imprenditorialità. Sono profondamente convinto di ciò, perché la formazione professionale inserisce nel mondo del lavoro persone preparate, con grandi aspettative, che non devono assolutamente essere deluse.

Inoltre non si può insegnare se non si crede profondamente in ciò che si fa, se costantemente non si è curiosi di apprendere, ma soprattutto se non si mette in pratica ciò che si sta trasmettendo ad un allievo. Sono sempre molto severo quando parlo di dare “il buon esempio”; non si può insegnare ad uno studente la disciplina e la precisione se non si è i primi a metterla in pratica. Ho notato più volte che gli allievi apprendono tutto ciò che viene loro trasmesso da un insegnante, nel bene e nel male, per questo sottolineo continuamente che non ci si può permettere di fare degli errori, che non ci si può non attenere alle regole e soprattutto, nel nostro settore, non ci si può scostare da una ristorazione che è codificata. Un po’ di tempo fa ho letto un libro, ve ne riporto una piccola parte divertente “…Hai idea di cosa possa sembrare una ricetta a chi non l’ha mai letta? È come una lingua straniera. Ho detto a uno dei miei allievi di gettare in acqua gli spaghetti e lui si è messo a buttarli nella pentola come se lanciasse delle freccette! Se non conosci la lingua, tutto è incomprensibile”. È questo che cercherò di far capire, con questa rubrica, a chi si occupa di formazione professionale e di ristorazione! Non bisogna dare nulla per scontato, bisogna rispettare le parole della ristorazione ed è necessaria tanta passione, perché “i ragazzi sono come spugne, assorbono, assorbono e un giorno inizieranno a rilasciare”.

Giuseppe Schipano
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