Fabrizio non ha infatti tardato molto a farne il suo rifugio. A quell’epoca faceva il pilota automobilistico professionista. “In quella zona così fuori da tutto - ricorda - diventava complicato anche utilizzare un gruppo elettrogeno, e lo facevo giusto per caricare un serbatoio di acqua. Per il resto vivevo qui con le candele. Di sera ero quasi sempre solo, nel silenzio assoluto. Riuscivo a vedere le stelle che partivano dall’orizzonte e salivano tutt’intono”.
Appassionato di pesca subacquea, Fabrizio andava a pesca al tramonto, spesso in compagnia di un amico.
Il bello è che quando risalivano trovavano una schiera di altri amici, che sapevano di questa abitudine, ad attenderli con il fuoco già acceso. “Pescavamo in apnea - spiega Fabrizio. La zona era talmente pescosa che decidevamo proprio a cosa intendevamo mirare e ne godevamo con gli amici”.
Poi la scelta di abbandonare il mondo fruttuoso delle corse per intraprendere il quello praticantato di avvocatura seguito, ad un certo punto, da un colpo di coda: “Mi sono preso un mese di aspettativa e ho aperto qui. Nel frattempo avevo già connotato la struttura, in bianco con le finestre azzurre. L’avevo attrezzata di cucina, arredata con mobili, sedie, frigoriferi vecchi per dare un’impronta di locale datato. Mancavano solo poche modifiche per renderla aderente alle norme igienico sanitarie!”.