Infatti la richiesta di carne in Italia, come di moltissimi altri alimenti, supera la produzione di razze autoctone e, dunque, gli approvvigionamenti guardano altre aree d’Europa, in particolare la Francia perché le similitudini di gusto sono uguali e le carni sono tenere, buone, senza estrogeni o altro che possa inficiarne la qualità.
“Inoltre – afferma Franco Martini, presidente di Asprocarne Piemonte – i vitelli con le loro madri che importiamo mantengono in vita pascoli che, diversamente, verrebbero dismessi con un grave danno ambientale. Abbiamo molta cura dell’animale, viene custodito, guardato, visitato più volte alla settimana. Riceve mangime sano, beve acqua pulitissima, cresce secondo precisi criteri di benessere. Ogni animale ha una carta d’identità e un auricolare che consente di conoscere ai custodi di conoscere ogni movimento. Grazie alla nostra esperienza la loro carne è pregiata, tenerissima, ricca di proteine nobili e povera di grassi e possiamo davvero definirla un’eccellenza europea”.
La tracciabilità delle carni
Partner di questo progetto è il Consorzio Sigillo Italiano, diretto da Giuliano Marchesin che ha il compito di promuovere le produzioni di qualità, grazie al Decreto n.828 del febbraio 2018 che lo investe di un ruolo estremamente importante: con il Sigillo del consorzio si certifica che quegli animali sono stati sottoposti a un controllo ferreo per quanto riguarda l’alimentazione e la loro vita.
L’evoluzione del progetto Sigillo Italiano punta a valorizzare, con un apposito logo gli allevamenti sostenibili italiani, cioè quelli allevamenti protetti da intemperie, che annullano lo stress degli animali, dove acqua e alimentazione siano particolarmente curate.