Ci sono posti che ti fanno sperare in un futuro della ristorazione dinamico e rigoglioso, per la bontà dei piatti, per il servizio di sala non banale, per il luogo in cui si trovano. Uno di questi è il ristorante Uliassi, a Senigallia, da poco incoronato come il decimo ristorante tristellato d’Italia. Un riconoscimento meritatissimo per la forza di volontà che ha spinto Mauro Uliassi, i suoi familiari e il suo staff, nel far crescere, anno dopo anno, la qualità del loro servizio.
Il loro ristorante è un posto bellissimo, sulla spiaggia di Senigallia, dove, oltre a mangiare divinamente, si gode del piacere di un’accoglienza informale ma perfetta.
È di questo che parliamo con Catia Uliassi, sorella di Mauro, che, insieme a lui fin dall’inizio, ha contribuito a dare il giusto tono a questo splendore.
Catia ci racconti da quando hai iniziato a svolgere questa professione e se hai frequentato una scuola alberghiera prima di iniziare?
“Non ho fatto l’alberghiero, mi sono diplomata ad una scuola tristissima: ragioniere programmatore. Poi l’iscrizione all’università, mentre mio fratello accarezzava l’idea di aprire il ristorante. Fu lui che mi chiese di iscrivermi al REC. Stai qui un paio di mesi, mi disse. Sono ormai 28 anni che gli sto vicino. All’inizio fu dolorosissimo. Lavorare di sabato e domenica mentre i miei amici andavano in spiaggia. Poi è scattata una passione che non demorde mai”.
Cosa ti ha spinto a scegliere questo tipo di lavoro?
“Dapprima l’indipendenza e la libertà. Avere i soldi in tasca per fare viaggi straordinari nei tre mesi di chiusura del ristorante. Poi è venuta, come dicevo, quella passione che da sola ti fa scegliere questa professione. Vedere ospiti felici, che ti fanno piccoli regali, averne pochi che non sono simpatici. Per coltivare appieno la professione mi sono messa a studiare, ho fatto il corso da sommelier vent’anni fa, quando a frequentarli erano solo uomini. La passione stimola lo studio, la ricerca”.