Se già prima del 2020 era chiaro che la cucina in tv fosse diventata un fenomeno importante (l’Auditel misurò allora che il 30% degli italiani ogni mese guardava almeno 2 ore di contenuti a tema food), ciò che è successo con l’arrivo del Covid ha amplificato ancor di più la tendenza. Lo dicono i numeri, come quelli dell’indagine condotta da Euromedia Research secondo cui la maggioranza assoluta della popolazione (il 57,9% per la precisione) dichiara oggi di seguire in tv programmi di cucina. Senz’altro utile dunque per chi gravita intorno al settore dell’enogastronomia affacciarsi dentro “la scatola magica” e cercare di capire quali traiettorie si stanno seguendo. Partendo magari da una considerazione abbastanza evidente a tutti: i programmi di cucina si sono evoluti verso format di intrattenimento puro, arrivando ai talent show e documentari esperienziali.
Il pubblico dunque non cerca più solo ricette e indicazioni sulle materie prime da utilizzare, ma soprattutto storie su prodotti, territori e persone. Questo ha inevitabilmente portato a un sensibile aumento dell'offerta di programmi dedicati al tema, sia sulla televisione tradizionale che sulle piattaforme di streaming, con riscontri perlopiù entusiasmanti: “Sono passati 23 anni da quando ho iniziato a girare e raccontare il territorio. Dalle isole, ai giardini, ai parchi, incontrando la gente del posto, tra paesaggi e monumenti. Tutte cose meravigliose, senza ombra di dubbio, ma quando si passa all’enogastronomia si accendono gli occhi di tutti e l’atmosfera cambia!”. A dirci la sua è Paolo Notari, storico volto televisivo che prima con Unomattina, poi con altri iconici programmi Rai come La vita in diretta, Sereno Variabile e tanti altri a seguire, ha passato al setaccio i luoghi più affascinanti della penisola. Quel che appare chiaro è che la trasformazione nel modo di raccontare la cucina è stata netta: “Quando ho cominciato con la tv non esisteva proprio parlare di cucina come lo vediamo oggi. Poi c’è stata una fase in cui era abbastanza nuovo anche semplicemente il racconto del prodotto tipico, mentre ora abbiamo decisamente preso coscienza che l’enogastronomia è cultura, non solo promozione. Potremmo dire che a sdoganare i cuochi in tv è stato Vissani, ma oggi siamo decisamente lontani da quella modalità di racconto”.