La storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi è il noto saggio con cui Paul Ginsborg ha scattato a parole una fotografia in movimento del nostro Paese, intersecando analisi sociologiche, fatti politici e i vissuti quotidiani delle famiglie italiane, dall’immediato secondo dopoguerra alla fine degli anni 80. Lo stesso periodo è stato preso in esame per raccontare una storia d’Italia di altro respiro, ma anch’essa alla ricerca di un’identità e di un progetto quotidiano in divenire: e lo fa attraverso un’analisi della cucina di un tempo, di come le tradizioni a tavola si sono evolute, trasferendo i saperi nelle abitudini odierne. Questo è il progetto che l’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Prato, in collaborazione con la Fondazione Museo e le associazioni di categoria, ha studiato attraverso una serie di conferenze e di assaggi, dal 14 dicembre al 22 febbraio.
Il primo incontro, dedicato al Sedano alla Pratese, si è svolto presso il Museo del Tessuto nell’ambito della mostra “Vintage. L’irresistibile fascino del vissuto”, a cui seguiranno altri due appuntamenti riservati alle Pesche di Prato e il Vermouth Bianco.
“Valorizzare la cucina della nostra città – afferma l'Assessore alle Attività Produttive del Comune di Prato, Roberto Caverni – significa mettere in evidenza un patrimonio storico e anche turistico. I sedani alla pratese ad esempio, monumento gastronomico della nostra tradizione, rappresentano un valore culturale perché racchiudono in sé quel modo di interpretare l'economia nella città da cui scaturisce la cultura che ci contraddistingue. Rappresentano l'identità di una comunità, abile e creativa, capace di produrre risultati eccellenti con materie prime semplici, tanto da far diventare questa pietanza basata su un ortaggio modesto come il sedano, un piatto della festa. Inoltre, in un momento come questo valorizzare la nostra cucina può rappresentare un elemento fondamentale per creare nuove risorse”.
Il 25 gennaio, con “Prato e la cucina vintage: le Pesche di Prato sulla tavola delle occasioni”, a raccontare storia e ricetta di questa dolcissima specialità pratese sarà Paolo Sacchetti, recentemente proclamato Miglior Pasticcere d’Italia 2012 e co-autore del libro dedicato alle Pesche di Prato facente parte la collana dedicata ai sapori pratesi edita da Claudio Martini. Non mancherà la figura dello “storico” che racconterà come è nato questo prodotto dolciario “da forno” nella tradizione pratese e come – grazie anche all’Alkermes dell’Officina Farmaceutica di Santa Maria Novella – sia divenuto in poco tempo un prodotto ricercato e apprezzato soprattutto sulle tavole “della festa”. Il 22 febbraio sarà la volta di “Prato e la cucina vintage: Biscottini e Vermouth Bianco di Prato, i sapori della convivialità” con Francesco Pandolfini, Presidente del Consorzio dei Biscotti di Prato e titolare dello storico biscottificio. Ad illustrare la preparazione del Vermouth Bianco di Prato ci sarà l’unico produttore pratese in possesso dell’originale ricetta del 1750: l’Opificio Alla Gusteria Nunquam, che ancora oggi lo produce seguendo alla lettera la ricetta anche in fase di preparazione, senza nessun ausilio meccanico, ma solo con la combinazione di vino bianco toscano, zucchero, pochissimo alcool ed erbe aromatiche officinali spontanee e varie spezie schiacciate a mano in un pestello di marmo.
Un richiamo alla semplicità come punto di partenza dunque, sulla quale intervenire per creare nuove basi, nuovi stimoli di crescita, anche lavorativa e quindi economica.
La prenotazione è obbligatoria, telefonando al 335 6130800 oppure al 320 6434045, e prevede la partecipazione all’incontro, l’aperitivo vintage e la visita guidata alla mostra.
Foto tratta dal libro 'I sedani ripieni alla pratese' edito da Claudio Martini, per gentile concessione