Al 30 novembre 2023 si contano complessivamente 3.151 prodotti DOP IGP STG nei Paesi UE, di cui 1.531 agroalimentari e 1.620 vitivinicoli. A questi si aggiungono altre 222 produzioni DOP IGP STG registrate in Paesi extra comunitari. In Europa i prodotti agroalimentari sono ripartiti in 657 DOP, 813 IGP e 61 STG, mentre i vini si dividono in 1.178 DOP e 442 IGP. L’Italia detiene, ancora una volta, il primato con 853 prodotti, di Paese con il maggior numero di filiere DOP IGP STG al mondo; un risultato che la colloca davanti a Francia (713), Spagna (357), Grecia (262), Portogallo (193) e Germania (142).
Sono alcuni dei dati contenuti nella 21° edizione del Rapporto ISMEA-QUALIVITA presentato pochi giorni fa, ma il risultato più eclatante è che quella che ormai si può definire DOP-Economy supera, per la prima volta, i 20 miliardi di euro di valore alla produzione nel 2022 (+6,4% su base annua) assicurando un contributo del 20% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano. All’interno del settore, il comparto cibo sfiora i 9 miliardi € (+9%), mentre quello vitivinicolo supera gli 11 miliardi € (+5%). Risultati importanti, seppure in parte condizionati dalla spinta inflattiva, che testimoniano la grande solidità della DOP-Economy nazionale: un sistema organizzato, che conta 296 Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero dell’agricoltura e oltre 195.000 imprese delle filiere cibo e vino, con un numero di rapporti di lavoro stimati per la prima volta a 580 mila unità nella fase agricola e a 310 mila nella fase di trasformazione.