Di cuochi ne sono usciti tanti dalla scuola e da Villa Santa Maria, fin da quando nel ‘500 il santo, di nobili natali, cominciò a favorire l’istruzione dei giovani incoraggiando proprio l’attitudine alla cucina. Oggi
l’Istituto G. Marchitelli è annoverato tra i migliori del nostro Paese con un’offerta didattica tra le più complete e qualificate, spazi modernamente attrezzati e un convitto.
L’orgoglio di appartenere a una stirpe di cuochi così illustre si percepisce nell’atmosfera della festa, nell’impegno dei cuochi che da tutta Italia, grazie alla
FIC, convergono e dedicano il loro tempo alla preparazione dei piatti, alle dimostrazioni, ai raduni e ai momenti celebrativi, tanti e diversi, fianco a fianco con gli studenti della scuola. Si percepisce nell’affluenza dei cittadini, nella partecipazione.
La Festa dei Cuochi di Villa Santa Maria è un appuntamento che merita di essere vissuto, per l’aria che tira, per l’allegria, per la fierezza del mestiere.
È un appuntamento, forse, difficile da rispettare; servirebbero maggiori risorse alle istituzioni locali – dal sindaco di Villa,
Pino Finamore, ai presidenti di provincia e sindaci vicini - che con dedizione la propongono e organizzano senza risparmiarsi; servirebbero migliori strutture ricettive e infrastrutture per favorire l’affluenza di chi non risiede in regione; ci vorrebbe maggiore risonanza di quella finora data che non ha (ancora) attirato sponsor degni di nota, tranne lo storico pastificio
De Cecco, di casa in Abruzzo, marchio di fama mondiale per la produzione di pasta di grano duro e la straordinaria
Cantina Tollo, una delle più grandi realtà vitivinicole del Centro-Sud, oramai leader in cifre e qualità anche per i vini biologici.
Occasione persa per tutti gli altri, soprattutto per la regione Abruzzo che tanto offre dal punto di vista paesaggistico, gastronomico e umano. Una regione colpita da eventi che ne hanno minato le risorse ma non hanno piegato la volontà degli abruzzesi che con tenacia guardano al futuro e innovano; come
Francesco Pace, da tecnologo alimentare a pizzaiolo, che a
Orsogna ha aperto
FràGranze dove prepara pizze di straordinaria leggerezza e originalità con prodotti tipici, farine locali e passione; come
Camillo Cibotti che alla
Trattoria L’Onofrio Caffè di
Villa Santa Maria propone la cucina abruzzese tradizionale con uno stile e una professionalità che non sfigurerebbe in città. Insomma, un luogo che potrebbe attirare turismo e creare indotto, una festa che darebbe sollievo all’economia del luogo, se solo potesse decollare come merita.
Ho trovato, a Villa Santa Maria, un’Italia bella e genuina, gente appassionata e industriosa, l’anima dei cuochi italiani che nulla hanno da invidiare a colleghi più blasonati o internazionali, quella solida, concreta, base culturale e umana che non dovrebbe mai mancare in un Paese grande come il nostro.
La festa dei cuochi ci sarà anche l’anno prossimo, c’è tempo per pensarci, facciamolo.
Marina Caccialanza
FOTO credito Dario Raimondi