Il ventilato aumento di un punto dell’aliquota IVA per i pubblici esercizi (oggi al 10%) che potrebbe essere attuato dalla riforma fiscale attualmente in discussione, preoccupa la Fipe. “Siamo perfettamente d’accordo con la Corte dei Conti sul pericolo che un aumento dell’inflazione pregiudichi il potere d’acquisto dei cittadini italiani” – sostiene Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe.
“A maggior ragione questa preoccupazione - continua Stoppani - vale per coloro che ogni giorno pranzano in bar e ristoranti per necessità (lavoratori e studenti) sostenendo spese per oltre 12,5 miliardi di euro l’anno a fronte di circa 1,8 miliardi di pasti.”
L’aumento dell’IVA avrebbe una ricaduta sui prezzi del servizio di circa un punto in percentuale, con un costo aggiuntivo per i consumatori quantificabile in 115 milioni di euro. Forse non è proprio quello di cui la ristorazione avrebbe bisogno.