Un’estensione minuscola, se paragonata ad altre zone italiane a vocazione vitivinicola, che non potrà espandersi, soprattutto non vuole farlo, destinata perciò ad aumentare il valore aggiunto dei propri vini, il che significa qualità sempre più alta.
E accanto alla qualità del Franciacorta, cresce quella dell’ospitalità. “Quello che conta è trasmettere coerenza. – esordisce Gianluigi Vimercati, presidente della Strada del Franciacorta e titolare dell’azienda agrituristica e vitinicola Al Rocol – Il turista che arriva in Franciacorta, soprattutto se straniero, ha già le idee chiarissime. Sa che qui può trovare una grande qualità dei vini, una gastronomia originale, un territorio che offre relax e cultura, oltre ad essere un’ottima base di partenza per le aree limitrofe tra Milano e Venezia.
Noi non possiamo permetterci di sbagliare, in nulla. Il territorio sta costruendo la propria vocazione turistica, serve che la cultura dell’accoglienza possa permeare il tessuto della Franciacorta”. Se si guarda al modello della sua azienda dove ci sono tutti i servizi che un turista può immaginare, la strada è chiara: un’ottima cucina, governata dalla mamma, camere accoglienti, possibilità di praticare cicloturismo e trekking, per finire con la possibilità di avere il suo Franciacorta consegnato a casa tutto l’anno.
“I servizi costituiscono il plusvalore di questa forma di accoglienza. Molte cantine si stanno attrezzando per fare agriturismo e accoglienza. Inoltre il sistema ricettivo franciacortino è molto variegato, ma con l’asticella sempre verso l’alto” puntualizza Vimercati. La conferma arriva dai numeri: 626 posti letto in hotel a quattro e cinque stelle, 111 in agriturismi ricchi di appeal, due musei del vino, due centri benessere e un campo da golf, in un fazzoletto di territorio.
Per non parlare delle dimore nobiliari che appaiono improvvise tra i vigneti. Una di queste è Palazzo Torri, residenza militare nel Cinquecento, poi cenacolo culturale dall’Ottocento ai giorni nostri, è un concentrato di storia e bellezza come pochi. Perfettamente conservato offre agli ospiti una possibilità forse unica di pernottare in stanze rimaste inalterate, con arredi d’epoca, dove, prima di loro, hanno soggiornato grandi uomini della cultura italiana: Carducci e Fogazzaro, tra gli altri. Ma il fascino della residenza lo si vive seguendo il racconto che ne fanno i proprietari mentre accompagnano gli ospiti in un incredibile intreccio di accadimenti, nomi, legami, allegorie fino ad arrivare al cospetto di Paolina Calegari Torri che, nell’Ottocento, trasformò Palazzo Torri in un vero e proprio cenacolo culturale. Una donna libera e indipendente la cui impronta aleggia ancor oggi tra le stanze della villa di delizie. Luoghi in cui soggiornare, ma anche inserire in una semplice visita che porta a scoprire la varietà di proposte che questo microcosmo racchiude, come il Monastero di San Pietro in Lamosa o le Torbiere del Sebino, oggi riserva naturale, in cui veniva scavata la torba fino agli anni Sessanta.