Una delle azioni prodotte dall’ONU nei giorni immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale fu la nascita della FAO il 16 ottobre 1945, con la firma di 44 governi e, attualmente, con la partecipazione di 130 paesi.
È a quella data, il 16 ottobre, che si ispira la Giornata Mondiale dell’alimentazione istituita nel 1979 e che, ogni anno, si pone l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica universale sul tema del cibo come componente essenziale della vita umana.
Ad ogni edizione il tema è diverso e, per il 2023, è stato scelto il titolo “L’acqua è vita, l’acqua ci nutre. Non lasciare nessuno indietro“.
Un argomento che colpisce le coscienze di ognuno in questi giorni drammatici, in questo periodo di assoluta fragilità del pianeta dovuta alle guerre, alle carestie che colpiscono ancora alcune zone dell’Africa, alle trasformazioni climatiche che rappresentano una realtà globale.
Parlare di acqua come bene essenziale (costituisce circa il 70% del nostro organismo) diventa argomento su cui porre estrema attenzione nel momento in cui la domanda di acqua, negli ultimi cinquant’anni, è raddoppiata e si prevede che, entro il 20250, aumenterà ancora del 25%.
Una crescita che non riesce a stare al passo con il ritmo di rigenerazione naturale e che, di conseguenza, sta producendo una diminuzione globale di risorse di acqua potabile del 20% pro-capite.
Senza cibo si resiste, senz’acqua si muore! Quest’affermazione rimbalza spesso nei dibattiti, ed è assolutamente veritiera e se l’acqua scarseggia è la prima causa di conflitti e scontri armati, senza contare l’aumento dei flussi migratori dal sud al nord del mondo.
Cosa può fare una sola Giornata Mondiale, dunque? Poco se la si considera temporalmente; oggi le notizie si bruciano nel volgere di poche ore. Tanto se impariamo, ognuno di noi, ad utilizzare correttamente l’acqua nelle nostre vite quotidiane.
Ogni cambiamento, anche quelli epocali, parte dai gesti e dalle scelte individuali!