I segreti del mestiere tramandati oralmente
“Sembrerò un nostalgico del mondo che fu – riflette il presidente della coperativa del Golfo - ma l’unica via che oggi ci può fare ritornare ad una pesca compatibile e rispettosa dei cicli biologici del pesce è il modello della piccola pesca costiera che i nostri padri praticavano ancora negli anni Sessanta.
Lì per millenni, attraverso la trasmissione orale e quotidiana dei saperi, attraverso l’esperienza di ogni notte e di ogni giorno, il piccolo pescatore costiero diventava architetto del mare, costruendosi un atlante della memoria diveniva al tempo stesso meteorologo, biologo, astronomo, geografo ed economo del suo stesso destino”.
Nozioni che vengono tramandate oralmente fra pescatori e che ancora oggi sanno essere più puntuali della tecnologia sopraggiunta, di cui tutte le imbarcazioni sono ormai dotate.
“Mio padre Carmelo, pure lui pescatore, era solito dire che per chi usa la menaide sono i cicli naturali di vita del pesce, in questo caso della masculina, a guidare il tempo delle attività di pesca. E più che l’ecoscandaglio contano e bisogna conoscere i venti, le correnti marine, i diversi fondali. Per fare una grande pescata di masculina è importante sapersi regolare con l’apparizione di alcune stelle nell’orizzonte durante le notti di primavera e d’estate, interpretare i movimenti della luna, cogliere i momenti giusti all’alba o al tramonto”.