Meglio tenerlo o meglio eliminarlo?
“Meglio eliminarlo, per ciò che rappresenta, pur erroneamente, nell’immaginario del cliente di un ristorante. Se invece ce lo dobbiamo tenere, allora bisogna che diventi un valore di quel piatto e di quel menu” spiega
Daniele Lambertini, direttore di Orogel Food Service, azienda leader del settore
Il gruppo Orogel sta avviando una campagna di sensibilizzazione attorno a questo argomento che punta a coinvolgere sia i pubblici esercizi sia i consumatori: “Daremo vita ad una serie di azioni per calamitare l’attenzione delle istituzioni e delle autorità, chiedendo la collaborazione dei ristoratori, per togliere questa indicazione discriminante, presente solamente in Italia e a Cipro (fonte Hotrec).”
Un’iniziativa importante che, a nostro parere, deve puntare anche ad informare sulla qualità dei prodotti surgelati. Un esempio di ricerca totale di qualità arriva da Surgital, azienda leader di pasta surgelata, che da tempo ha scelto la strada della collaborazione con gli chef, dando vita ad uno spazio – DeGusto – interno all’azienda, dove si accede al termine di un percorso interno alla produzione in cui si vede con i propri occhi le materie prime di eccellenza che vengono utilizzate nei ripieni, dal Parmigiano Reggiano 36 mesi alla patata vitelotte della Tuscia.
“Il problema – quello con la P maiuscola – è il vissuto dei surgelati in Italia. – puntualizza
Romana Tamburini, presidente di Surgital - Sembra impossibile, ma ancora oggi, nel nostro Paese, sono tanti i pregiudizi nei confronti dei surgelati. Quello che vorremmo far capire è che se la materia prima di partenza è di elevata qualità, anche il surgelato lo è. Dobbiamo comunicare queste cose alla gente per stimolare una cambio di mentalità e non si tratta certo di un impegno piccolo! Ci battiamo in particolar modo perché si abolisca l'obbligo di indicare nei menù dei ristoranti che un piatto è preparato a partire da ingredienti surgelati, un'imposizione che non si ritrova all'estero. Questo rappresenta una vera e propria discriminazione nei confronti dei nostri prodotti. Vi sembra giusto che un ristoratore che usa dei porcini surgelati lo debba indicare e chi usa quelli sottolio no? Questo può valere per mille altri prodotti e trovo che non abbia nessuna ragione di essere, tanto più che la surgelazione, a differenza di altri metodi di conservazione, non prevede l'aggiunta di alcun tipo di conservante o aroma”.
Un tema che non intendiamo abbandonare, schierandoci dalla parte delle produzioni surgelate di qualità.
Luigi Franchi
luigifranchi@salaecucina.it