Ci vuole cuore. Ci vuole cuore per farsi promotori di un progetto che guarda all’uomo e non al profitto, che dedica con gratuità risorse e tempo affinché un popolo possa autodeterminarsi, garantendo alle proprie comunità cibo fresco e sano, e possano formarsi individui, consapevoli del valore della propria terra e della propria cultura. Occorre sensibilità e attenzione verso l’altro, per chiudere la propria attività aziendale per una sera, senza attendersi nulla in cambio che non sia la condivisione di un progetto dove l’uomo è al centro, consapevoli che è possibile un cambiamento nel futuro del continente Africa, un territorio dalle straordinarie risorse naturali, e dalla sorprendente biodiversità, che non è solamente, guerra, epidemie, siccità. Cuore che ancora una volta ha contraddistinto l’opera di
Luciano e Massimo Spigaroli, i quali per una sera hanno
aperto le porte dell’Antica Corte Pallavicina a Polesine Parmense, per il consueto appuntamento giunto alla nona edizione de
“La notte dei culatelli”, e dare voce a
“Slow Food for Africa, 10.000 orti per coltivare il futuro”, assegnando il IX Premio Antica Corte Pallavicina. Una serata resa memorabile dalla capacità di unire e rendere condivisibili progetti complessi e apparentemente cosi lontani da noi, in un clima di festa, dove proprio il territorio, il parco, il Po’, gli argini e l’orto della famiglia Spigaroli, erano le quinte dell’evento, con tante e preziose isole gastronomiche, per consentire la convivialità del momento, e giungere all’ attesa premiazione del
IX Premio Antica Corte Pallavicina. Ancora una volta la commissione del premio ha saputo individuare fra i candidati, quattro figure di spicco della cultura gastronomica nazionale, che con la loro autorevolezza e notorietà potranno far buon gioco al progetto, divulgandone le nobili finalità, raggiungendo il più ampio numero di persone, sono i tre giudici di Masterchef:
Joe Bastianich “per aver impresso una visione nuova della cucina italiana negli Stati Uniti, senza mai dimenticare le radici della terra d’origine”;
Bruno Barbieri “per le pagine straordinarie di una nuova cultura gastronomica da lui scritte e praticate nel corso della sua intensa carriera”; Carlo Cracco “per gli stimoli costanti che, con la sua cucina e la sua cultura, offre ai giovani che intraprendono il mestiere di chef”; e
Ovidio Mugnai “per l’autorevolezza e la passione con cui governa la più longeva associazione italiana di ristorazione: L’Unione dei Ristoranti del Buon Ricordo”. In palio a ognuno di essi un maialino di razza nera “Spigaroli”, che verrà allevato e poi recapitato in funzione della maturazione dei vari tipi di salume, oltre a un cospicuo contributo da parte dei fratelli Spigaroli di
7.000 euro al progetto 10.000 orti in Africa, coordinato dalla Fondazione per la biodiversità di Slow Food.
Luca Bonacini
Foto: Paolo Panni