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Partiamo dalle basi: la paprika è la polvere ricavata dall’essicazione del peperone rosso, che può essere di differenti varietà a seconda della zona di produzione. Se tra i luoghi più famosi in Europa per la produzione di questa spezia troviamo la Spagna, con eccellenze come il pimenton de la Vera DOP, è l’Ungheria il posto dove questa è diventata un prodotto nazionale identitario. Si dice che proprio in Ungheria vengano prodotte le varietà più pregiate, tanto che il nome stesso deriva dalla parola ungherese “peperone”.
Le prime tracce della produzione di paprica le troviamo nei Balcani nei primi anni del 1700, durante la dominazione ottomana, sappiamo però che la popolarità del prodotto in Ungheria venne raggiunta durante il secolo successivo, quando L’Imperatore Francesco Giuseppe, dopo la devastante alluvione che colpì la città di Szeged del 1879, nel tentativo di far riprendere rapidamente l’economia della zona, decise di creare proprio lì il primo polo della paprika del paese. Ancora oggi la città, la terza più grande del paese, è considerata, insieme alla vicina Kalocsa, la zona di produzione più importante della spezia, grazie al clima soleggiato della pianura ungherese che si estende proprio nei dintorni. Esistono ben otto tipi di paprica tradizionale ungherese, che variano per intensità di sapore, colore e grado di piccantezza.
Ma la grade popolarità del prodotto è legata al 1937, quando un biochimico dell'Università di Szeged, Albert Szent-Györgyi, durante alcune sue ricerche sullo scorbuto, riuscì a isolare la vitamina C proprio a partire dalla paprika. Questa scoperta fece aumentare enormemente il commercio della spezia, sia a livello nazionale che internazionale e specialmente verso gli Stati Uniti. L’anno successivo lo scienziato ricevette il Premio Nobel proprio alla luce di questa scoperta, contribuendo così alla lotta contro lo scorbuto, una malattia che mieteva migliaia di vittime, soprattutto tra i marinai.
Politica
Tra il XVIII e il XIX secolo, l’Ungheria subì un processo di germanizzazione voluto dagli imperatori della dinastia degli Asburgo e che influenzò anche la cucina: piatti tradizionali del territorio come il goulash venivano considerati “da contadini”, mentre invece le cucine della nobiltà erano ispirate a modelli francesi e austriaci. Nel XIX secolo però, il risveglio del nazionalismo ungherese portò a un recupero delle tradizioni locali e la paprika, fino ad allora poco apprezzata dalle classi più agiate, divenne un simbolo dell'autenticità ungherese, mentre il goulash diventò piatto nazionale.
L’uso politico di questa spezia però non si è fermato al XIX secolo, ma prosegue ancora oggi: In occasione delle numerose proteste contro Victor Orban, l’uomo viene rappresentato come un rospo seduto su dei peperoni, che starebbero a simboleggiare la sua oppressione del popolo ungherese, e la spezia viene spesso mischiata con acqua e usata come vernice per frasi di protesta scritte sui muri o per dipingere cartelli durante le manifestazioni.