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La Pasqua georgiana

02/05/2024

La Pasqua georgiana
Ogni anno in Georgia, durante la Pasqua ortodossa, le case si svuotano e le persone si incontrano per banchettare insieme in luoghi insoliti: i cimiteri. Quella che potrebbe sembrare una tradizione piuttosto macabra è in realtà un modo per onorare i propri cari defunti, una giornata nazionale che ricorda la nostra commemorazione del 2 di novembre, ma in un clima di festa più simile al “dia de los muertos” messicano. Nonostante la chiesa identifichi questa giornata nel primo martedì successivo alla Pasqua, la maggior parte delle persone sceglie di festeggiare già a partire dal lunedì, il nostro giorno di Pasquetta, anche se le date tra le due festività non coincidono mai. La Pasqua ortodossa, infatti, seppur segua la stessa regola generale di quella cattolica (cade, cioè, la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera) in realtà avviene circa ad un mese di distanza. Il motivo è molto semplice: le due religioni calcolano il giorno sulla base di due calendari differenti. Se la nostra festa è infatti determinata da quello gregoriano, introdotto nel 1582 proprio da papa Gregorio XIII, la Pasqua ortodossa utilizza quello precedentemente in vigore, chiamato giuliano e introdotto a suo tempo da Giulio Cesare. 
Durante questa giornata le città georgiane si riempiono di folle di gente, che si riversa poi nei cimiteri per mangiare e bere vicino ai propri morti. Tra le pietanze che non possono mai mancare ci sono le uova sode colorate di rosso con le radici di robbia e un dolce chiamato paska, simile al panettone. Nelle piccole comunità però, decisamente più vivaci, capita spesso che molte famiglie si aggreghino tra loro, trasformando questa celebrazione in una vera e propria festa di paese, degna di sfoggiare tutte le usanze tipiche del banchetto tradizionale georgiano, che prende il nome di “supra”. 
Le uova colorate tipiche della PasquaLe uova colorate tipiche della Pasqua
La tipica paska georgianaLa tipica paska georgiana
La supra consiste in una maratona di cibo e alcol, dove gli uomini possono arrivare a bere anche fino a 4 litri di vino. Il termine significa letteralmente "tovaglia" e deriva dalle parola araba sufratun. Questa tradizione è motivo di orgoglio identitario per i georgiani ed è considerata una forma di onore per il padrone di casa. Una supra completa prevede tra le portate molta carne da fare alla griglia, dolci, bicchieri di chacha (il brandy georgiano) e, ovviamente, tante bottiglie di vino. 

Nonostante le differenze nei vari angoli della nazione, il comun denominatore è che il cibo e il vino del banchetto vengono simbolicamente condivisi con i propri cari defunti. A questo scopo durante il pasto vengono lasciati dei pezzi di cibo sulle lapidi e viene versato del vino sul terreno della sepoltura. 


Ma come è nata questa tradizione? 

Le origini esatte di questa usanza rimangono per lo più sconosciute, anche se è probabile che la sua diffusione si avvenuta durante la dominazione sovietica, dal 1921 al 1991, quando il regime perseguitava la pratica pubblica del cristianesimo ortodosso. Con la chiusura di molte chiese, le tradizioni che di solito si svolgevano all’interno delle loro mura trovarono un nuovo luogo in cui poter essere esercitate, ovvero il cimitero. 

Nel 2024 la Pasqua ortodossa ricorrerà il 5 di maggio. Nonostante i numerosi dibattiti in corso sulla opportunità o meno di questa festa, molti georgiani non rinunceranno ad incontrarsi nei cimiteri, a festeggiare, a mangiare e a bere vino. E se fosse proprio questo il miglior modo di ricordare i propri defunti? 

a cura di

Federico Panetta

Varesotto di origine, è come una biglia nel flipper dell'enogastronomia. Dopo la formazione alberghiera lavora in cucina e si laurea in Scienze Gastronomiche presso l’Università di Parma. Oggi si occupa di comunicazione gastronomica collaborando con diverse riviste di settore.
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