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La pasta, mercato in evoluzione

10/02/2012

La pasta, mercato in evoluzione
Gli italiani consumano poco meno della metà della pasta che viene prodotta ogni anno dai pastifici nazionali: parliamo di 1,5 milioni di tonnellate rispetto ad una produzione totale di 3,2 milioni di tonnellate che generano un valore complessivo di 4,3 miliardi di euro.
“Le abitudini stanno subendo una leggera diversificazione che vede un aumento del consumo di pasta fresca del 2,8% a volume e dell’1,8% a valore. Mentre la pasta secca rimane stabile. Buona, invece, la performance sui mercati esteri che vede 1,38 milioni di tonnellate esportate (+4% nel 2011 rispetto all’anno precedente) e 1,43 miliardi di euro sulla bilancia commerciale (+7,2%)”. Dalla Cina nell´ultimo anno è arrivata una richiesta di acquisti che segna il più 56%, la Russia fa registrare un più 21,3%, e gli Usa un più 11,1%. Buoni segnali arrivano in generale anche dall´Europa, con un più 1,7%. I dati li ha rivelati Nicola Lasorsa, analista economico dell’Ismea, in occasione di un recente convegno a Sigep nell’ambito di Pastaria Day.
Il momento di crisi sta invece mettendo in evidenza alcune tendenze, come il consumo di pasta a marchio d’insegna (private label) che offre al consumatore un +27% di risparmio sull’acquisto di pasta.
Questi fattori impongono un approccio diverso alle tecniche di marketing, come ha evidenziato l’esperto di marketing della pasta Marino Rossi: “Siamo nell´era del marketing 3.0, occorre porre maggior attenzione ai valori. Deve esserci un equilibrio fra l´identità di marca, l´integrità del brand e l´immagine dell´azienda. Non basta prestare attenzione al prodotto, occorre porre realmente al centro del sistema produttivo il consumatore. Internet ha reso ogni prodotto più esposto ai commenti, siano essi positivi o negativi e per questo servono maggior autenticità e attenzione al consumatore, che va coinvolto già nel ciclo produttivo. Le aziende italiane tuttavia non devono preoccuparsi, anche perché hanno sempre avuto attenzione prima di tutto per la qualità. È comunque auspicabile un atteggiamento di marketing collaborativo fra aziende e territori´.  Ottimi suggerimenti per soddisfare un consumatore che, secondo Marino Rossi, “ è più informato, esigente, connesso, volubile e propenso al cambiamento” e per ridare valore alla pasta italiana.

Luigi Franchi
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