Marco Fierro si racconta
Marco ci è arrivato un po’ per caso al
Mercato Centrale di Firenze. Come “per caso”, ci confessa, ha indossato la prima volta la divisa del pizzaiolo: “Lavoravo per mantenermi gli studi nel periodo estivo, lungo la costa cilentana, dove sono nato. Un giorno un amico mi chiese di aiutarlo per una sostituzione in pizzeria: non ho più mollato la pala. Ho iniziato a studiare e a testare impasti, prodotti, farine. Poi sono entrato al Mercato Centrale di Firenze come visitatore e ne sono rimasto folgorato. Subito ho desiderato di lavorarci dentro, strizzando l’occhio (ovviamente) all’angolo pizzeria. Ho consegnato il curriculum a Rumualdo Rizzuti e lui, detto fatto, mi ha assunto”.
Rizzuti e Callegari (il secondo è subentrato al primo due anni fa nella guida dell’insegna) si sono rivelati fonte di spunti e insegnamenti, su tutti i fronti: dagli impasti alle lievitazioni, passando per le farciture “gastronomiche”, ovvero legate a vere e proprie preparazioni di cucina apposte sugli impasti.
“Ho raccolto tante nozioni e sono loro davvero grato. Ora
ho una mia visione di pizza: proporrò una pizza in stile napoletano, come abbiamo sempre fatto, ma rivista in termini di croccantezza, fragranza e digeribilità. Continuerò sul filone delle lievitazioni lunghe, partendo da un minimo di 24 ore a un massimo di 48. Sperimenterò nuove farine avvalendomi sempre dei prodotti del Molino Agugiaro&Figna; passeremo alla farina di grano tenero tipo “2” ottenuta da grani antichi macinati a pietra - il Verna, l’Abbondanza, il Frassino, l’Autonomia - presentate da Agugiaro&Figna dopo lunghi studi condotti sulle varietà antiche presente su suolo parmense. Ha dei profumi particolari, nessun residuo chimico e un’ottima sapidità: l’impasto acquisisce originalità”.