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La pizzeria Elite ad Alvignano: scelte di qualità e territorialità

02/05/2018

La pizzeria Elite ad Alvignano: scelte di qualità e territorialità

Corso Umberto I civico 168 sembra un indirizzo da grande e affollatissima città.
Siamo invece ad Alvignano, piccolo paesino di quattromila abitanti nell’Alto Casertano, proprio davanti all’insegna della Pizzeria Elite. Un indirizzo che porta sulle spalle più di novant’anni di storia: la famiglia Rossi fece accomodare i primi visitatori nel lontano 1926.  I cambiamenti che hanno investito il locale, in particolare negli ultimi vent’anni, sono stati tanti, ma sempre legati allo stesso cognome. E ora siamo giunti alla terza generazione.


La squadra lavora spedita, supportata da altri validi aiutanti, con l’obiettivo di far star bene i propri clienti. A dirigere il via vai di impasti davanti al forno oggi c’è Pasqualino, che con le farine c’ha un fedele rapporto dal 1996, mentre della sala si occupa il fratello Gianluca; mamma Rita prepara amorevolmente i fritti; papà Domenico, invece, è l’attento supervisore e il sorriso buono dell’accoglienza. Così, nonostante la locazione poco comoda ai grandi centri urbani, la pizzeria si riempie ad ogni servizio e c’è chi aspetta più di un’ora per varcare la soglia.

Tra i tanti visitatori dilaga la curiosità sull’origine del nome, poco usuale per una pizzeria della Campania Felix. “Elite, che abbiamo introdotto nell’ultimo passaggio generazionale, dichiara il nostro obiettivo: dare una pizza che non porta un pomodoro, una mozzarella o un prosciutto qualsiasi - spiega Pasqualino - Ciascun ingrediente viene selezionato senza badare troppo alla spesa: in fin dei conti, scegliere un prodotto scadente a buon prezzo non è più conveniente di acquistarne uno di qualità superiore. È esattamente il contrario! La differenza di spesa, a conti fatti, è minima: sia in termini economici, sia perché il cliente si accorge se una salsa o una mozzarella sono più buone, apprezza, ritorna, e ti riempie il locale”.
Pasqualino all’alba dei quindici anni non avrebbe mai pensato di dedicare una vita al forno; poi, un giovedì sera, il pizzaiolo dell’epoca si assentò e la sostituzione fu un obbligo. Nemmeno il tempo di stirare i primi impasti… e già era difficile non sognarseli di notte. Ispirandosi al fare dell’illustre Don Antonio di Starita a Materdei, indirizzo storico nel cuore di Napoli, Pasqualino ha intrapreso un percorso di ricerca per evolvere la sua pizza. Lo studio dei grani, del grado di assorbimento delle farine, delle lievitazioni, dall’inizio è andato di pari passo alla ricerca delle materie prime “Se leggete il nostro listino trovate prodotti che non sono solo del territorio campano. Certo, non mancano eccellenze come il conciato romano della famiglia Lombardi, la mozzarella di bufala dei La Vecchia, o gli ortaggi a chilometro zero, e neppure chicche locali come il pomodoro dell’Orto Vernotico (giallo fuori, arancione dentro). Ma lavoriamo anche fuori dalla pizzeria e dalla località per selezionare le migliori eccellenze italiane. In Italia e nel mondo i prodotti campani sono elogiati, e noi ne siamo orgogliosi, ma non vedo perché non dovremmo fare altrettanto con le ottime produzioni dislocate al di fuori del nostro contesto”. E dunque, la mortadella Favola di Palmieri, la nduja di Spilinga, il pistacchio di Bronte, il gorgonzola del Consorzio, e molti altri prodotti si posano su un impasto lievitato dalle 24 alle 36 ore, realizzato con pasta di riporto, che si rivela fragrante e morbido all’assaggio. A seconda della farcitura si può giocare sull’abbinamento pizza-olio; in prima linea c’è la varietà Tondella del Matese, ma le voci per intensità e profumi sono svariate, e danno ampie possibilità agli ospiti.


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Tornando alla pizza, anche qui le alternative sono diverse: si può optare anche per l’impasto ai cinque cereali, oppure, per un’esperienza all’insegna della tradizione, per la “pizza nel ruoto”. “È una preparazione tradizionale di quest’area: l’impasto viene steso su una teglia quadrata o tonda, cosparso di solo pomodoro, origano e abbondante olio; si gonfia nella parte superiore rimanendo croccante sul fondo. Viene cotto a temperatura più bassa, per circa 4-5 minuti, dunque, a questa preparazione abbiamo dedicato un forno e due addetti, pur di portare avanti la tradizione”. Sull’autenticità, l’avrete capito, in casa Rossi non si discute: essa rimane il centro della filosofia, spalleggiata dall’amore per la propria terra. “Stiamo lavorando per far conoscere la nostra pizza a più persone possibili, ma il cuore e i forni rimangono e rimarranno ad Alvignano.”

Giulia Zampieri


Pizzeria Elite
Corso Umberto I 168
Alvignano (CE)

Tel. 0823 869092
www.pizzeriaeliterossi.com 
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