“Se vuoi gente in gamba tratta allo stesso modo clienti e
collaboratori”, “l’impatto tecnologico nella gestione del cliente è, nel
comparto della ristorazione, tra i più elevati”, “i giovani hanno voglia di contribuire
ad un progetto, non prestare solo ore di lavoro”.
Sono frasi di Daniela Morgese, un’esperta di risorse umane, che ha
tenuto una brillantissima relazione davanti a 1.500 ristoratori arrivati da
tutta Italia per il Food Marketing Festival a Rimini, poche settimane
fa. Frasi che, anche se prese a spizzichi come in questo caso, raccontano molto
di come sta cambiando il mondo attorno alla ristorazione e come lo stesso
comparto, molte, troppe volte non sia al passo di questo cambiamento.
“Se vuoi gente in gamba tratta allo stesso modo clienti e collaboratori”
significa avere a cuore il personale, ritenerlo l’asset più prezioso del
ristorante, ancor più della bellezza del locale o della qualità delle materie
prime. Trattare bene il personale, farlo lavorare felice, dargli una
motivazione forte, un progetto in cui credere, da condividere, è il motore più
potente che si possa accendere per la riuscita stessa del vostro locale. Le
persone si accorgono subito se, nel ristorante che hanno scelto per la loro serata
si vive bene, si lavora bene, si mangia bene. Se ne accorgono da una
serie di piccoli indizi che riguardano, prima di ogni altra cosa, il
personale che li accoglie e che trasmette loro il clima che si respira tra
quelle mura. Quando, dietro l’avventura e la passione che spinge a
intraprendere la professione di ristoratore c’è un progetto di ampio respiro,
che non è solo e semplicemente fare soldi, che si basa sul benessere degli
ospiti si coglie subito il senso che avrà quella serata. La si gode appieno,
si è portati anche a spendere di più per il piacere che si riceve, le mance
saranno più ricche, tutto contribuirà al successo del locale e non a soddisfare
solo l’ego dello chef.