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La tassa sulle bibite gassate diminuisce le vendite e la Fipe non ci sta

14/05/2012

La tassa sulle bibite gassate diminuisce le vendite e la Fipe non ci sta
Tassare le bibite gassate? La Fipe non ci sta. La proposta del Ministro della Salute Renato Balduzzi, che consisterebbe in un aumento di 3 centesimi sul prezzo delle bevande in bottiglietta analcoliche, gassate e zuccherate, avrebbe la funzione di disincentivarne il consumo a vantaggio della salute. L’opinione del presidente di Fipe-Confcommercio Lino Stoppani è chiara: “Una nuova tassa di questo tipo non porterà a nulla di fatto. L’educazione alimentare può arrivare per il tramite di altri strumenti, in primis la scuola e il pubblico esercizio.” E la famiglia: se il comportamento è frutto dell’apprendimento, e la prima fonte di apprendimento per un bambino è l’imitazione del comportamento dell’adulto, le origini di quello che diventerà con il tempo un corretto o scorretto approccio al nutrimento va ricercato nelle dinamiche di casa. Un bambino abituato ad avere a disposizione cibi e bevande di qualità, a sapere cosa mangia e a variare la propria dieta, grazie all’esempio dei genitori, sarà maggiormente protetto contro le tentazioni del junk food, perché avrà sviluppato uno spirito critico. La scuola gioca in questo intento un ruolo formativo cruciale, afferma Stoppani: “Si deve sollecitate la nuova generazione a conoscere i valori nutrizionali di ciò che beve e di ciò che mangia, a partire dalle aule scolastiche, perché un bambino ben educato al cibo diventerà un consumatore più consapevole.”
Spesso il consumo di bibite gassate e ipercaloriche avviene insieme a quello di cibi spazzatura, non solo nei tanti fuori pasto quotidiani ma anche in sostituzione del pranzo o della cena: forse allora occorrerebbe lavorare sulla proposta di modelli alternativi che, oltre a incrementare l’accessibilità a prodotti buoni e sani, mirino a rivedere gli stili di vita dei contesti sociali, dalla rete familiare a tutto il fuori casa.
“La tassa sulle bibite gassate porterà solo a diminuirne le vendite, oppure a ridurre i fatturati di baristi e ristoratori” continua Lino Stoppani: “l’obesità, soprattutto quella infantile, è frutto di una serie di fattori che vanno dalla vita sedentaria ad una scelta inadeguata di alimenti e loro relative quantità.”
Le tasse di scopo, poi, difficilmente centrano l’obiettivo di limitare un comportamento scorretto, soprattutto in campo alimentare e l’ipotesi di utilizzarle per raccogliere fondi da destinare alla tutela della salute, come succede in Francia, appare decontestualizzata in una Paese come l’Italia, dove la tassazione è già fra le più alte d’Europa.
Imparare ed insegnare sono due tra le azioni più difficili da compiere, gestire e osservare, ma i cambiamenti più importanti partono dal basso e ognuno di noi è responsabile delle proprie decisioni: prima lo capiamo davvero, prima i nostri figli saranno cittadini coscienti del mondo che li circonda e di cui sono protagonisti.
Per saperne di più: www.fipe.it

Alessandra Locatelli
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