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La tradizione

23/02/2022

La tradizione

“Tradizione deriva da tradere: trasferire a qualcuno. Stessa radice di tradimento.

In effetti i passaggi di consegna sono tutti un po' dei tradimenti: chi li prende in consegna apprende a modo suo. La tradizione dunque va intesa come un semplice traghettare ma sfasare la direzione…"

Il bello dell’aggiunta

È una premessa che lascia un po’ interdetti, ma dice ciò che solitamente si evita.
Ovvero che la tradizione, per quanto venga custodita e messa sotto impenetrabili campane di vetro, subisce sempre delle alterazioni. Anche quando gli sforzi per preservarla sono notevoli; anche quando si recuperano targhe sgualcite e si rispolverano menu antichi. La variazione, l’inclinazione, le aggiunte, il pizzico in più, sono dietro l’angolo, intenzionali o casuali che siano.

Impiattamento allImpiattamento all'Osteria Alla Chiesa a Monfumo (TV)

È la stessa sorte, se ci pensate, che tocca al passaparola: la notizia fresca di fonte non arriva mai uguale all’ultimo anello della catena. Marco alla fine potrebbe chiamarsi Mario, la polenta gialla potrebbe diventare bianca, la cottura lenta una cottura cbt (a bassa temperatura), il sale marino tramutarsi in sale affumicato o Maldon. Nei trasferimenti c’è sempre una variazione, un dettaglio aggiunto o perso, un nome storpiato, un nuovo battesimo. Non è un evento tragico: è il bello dell’evoluzione, il necessario per l’adattamento umano.

La tradizione

Cosa c’è attorno a tradizione

Ci sono altri termini, oltre a tradimento, che gravitano attorno a tradizione: passato, memoria e ricordo.
Da non confondere l’uno con l’altro, sono proprio differenti.
Il primo deriva da passo, indica qualcosa che “per essenza non agisce più” - citando il francese Bergson - qualcosa su cui non abbiamo più potere, è già depositato. Il passato rappresenta il trascorso, il passo fatto, compiuto.
Ben diversa è la memoria: una risorsa attivabile, che include progettualità, costruzione, dunque possibilità di pensiero.

Se immaginiamo il passato come la sabbia già caduta dentro alla clessidra, la memoria è quella risorsa che consente all’agire umano di ruotare in orizzontale la clessidra per fermare il tempo. Forse è più facile il paragone gastronomico: se il passato è un piatto sostanzioso, abbondante in quantità e composizione grassa, la memoria (aiutata alla scienza) è un piatto con i medesimi ingredienti ma lavorati in modo diverso, con cotture alleggerite e quantità riviste, perché così è più adatto ai giorni nostri.

Osteria Da Oreste, a SantOsteria Da Oreste, a Sant'Arcangelo di Romagna. Un luogo di tradizione rinnovata

E il ricordo? Beh, è facile confonderlo con la memoria ma la differenza anche in questo caso è sostanziale: il ricordo è il ritorno al cuore, quindi è soggettivo, un fatto emotivo e sentimentale; la memoria invece è un evento collettivo, l’esito plurimo. Se la memoria è la pasta e fagioli, insomma, il ricordo è la pasta e fagioli “come la facevano i miei nonni”.
Per tutelare una tradizione c’è bisogno di tutte e tre - passato, memoria e ricordo - ma occhio a non confonderli quando li maneggiate.

Gli ingredienti per l’evoluzione

Lo scontro tra generazioni c’è sempre stato e sempre ci sarà, la differenza è che oggi è meno governato da timori e riverenze. Molti giovani si sono ribellati alle usanze, ai metodi tradizionali, hanno preso strade proprie; altri continuano a testa bassa perché è sempre stato fatto così. Che orrore questa espressione, che muro al progresso. Eppure non è improbabile che si nasconda nei luoghi che frequentate abitualmente - nel locale sotto casa, in uno dei ristoranti di riferimento della città, in un’azienda affermata, addirittura nel posto in cui lavorate. È sempre stato fatto così rappresenta il limite assoluto posto dalle generazioni vecchie a quelle nuove. Cosa non funziona in queste attività? Cosa non va in quei sistemi in cui convivono i giovani, gli adulti e gli anziani?

Spaghettini Martelli con salsa di pomodori arrosto. Un piatto di Futura Osteria ad Abbadia Isola (SI)Spaghettini Martelli con salsa di pomodori arrosto. Un piatto di Futura Osteria ad Abbadia Isola (SI)

Oltre alla fiducia, di cui già abbiamo parlato su questa rivista, c’è un’altra parola chiave nell’evoluzione della specie. Un elemento che si oppone al limite citato poco fa: l’educazione
Quando si educa qualcuno gli si fa un dono. Gli si offre la possibilità di emanciparsi, vivere una vita diversa, diventare una persona diversa, costruire un progetto nuovo. 

Perché, dunque, si dovrebbe educare qualcuno se poi non gli si garantisce libertà di espressione?
Perché bisognerebbe investire sulla crescita se non si attendono i nuovi frutti? Non sono queste le strade migliori per tutelare le tradizioni. Le tradizioni vanno affidate a un pensiero nuovo che le traghetti al presente e poi al futuro, o diventeranno passato. E, solo per alcuni, ricordo.


Non è la commemorazione di un passato che fa essere una tradizione, ma la memoria generatrice, nel presente, del futuro” ha scritto il filosofo Francesco Botturi. In queste parole è racchiuso il senso di quest’articolo.



foto di copertina di Futura Osteria, di cui vi abbiamo parlato in quest'articolo 

a cura di

Giulia Zampieri

Giornalista, di origini padovane ma di radici mai definite, fa parte del team di sala&cucina sin dalle prime battute. Ama scrivere di territori e persone, oltre che di cucina e vini. Si dedica alle discipline digitali, al viaggio e collabora con alcune guide di settore.
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