I numeri della guida
Una guida come quella di Osterie d’Italia è pari, come valore ed efficacia, all’altra guida più utilizzata dai turisti, dagli appassionati di ristorazione: la Michelin.
Sono guide diverse, certamente, ma che hanno un pubblico fedele, che accetta i consigli che offrono. Forse le uniche due guide che hanno un senso.
Quella delle Osterie, in particolare. Offre uno spaccato dell’Italia che spinge le persone in luoghi che, altrimenti, verrebbero dimenticati come mete e questo contribuisce non poco a salvaguardare anche professioni legate alle produzioni alimentari e al turismo sostenibile che, oggi, sono indispensabili per l’Italia intera.
Alla guida delle Osterie d’Italia collaborano 247 persone, soci di Slow Food, che raccontano la storia di ben 1730 osterie e trattorie presenti in guida; le novità, in questa edizione, sono ben 139; le chiocciole 272 e le osterie con il simbolo della bottiglia, sinonimo di una carta dei vini ben strutturata, 450.
“Un lavoro immane reso possibile dalla passione di queste 247 persone coordinate dai due curatori, Eugenio Signoroni e Francesca Mastrovito. – afferma Carlo Bogliotti, a capo di Slow Food Editore – Dal punto di vista editoriale, senza questa rete, la pubblicazione di una guida di questo spessore, anche culturale, non sarebbe possibile”.