Cerca

Premi INVIO per cercare o ESC per uscire

L’altro Cibus

13/05/2024

L’altro Cibus

CIBUS è la vetrina, per eccellenza, dell’orgoglio agroalimentare italiano.
Un momento atteso, sempreverde e radicato - possiamo dirlo - con i suoi quasi quarant’anni di vita. E Parma è la sua sede naturale, vocata.
Mai mutato nella sostanza diversamente dalla forma, dall’abito, che le aziende hanno scelto via via di darsi. A seconda dei tempi. Indimenticabili, nei primissimi anni, gli stand immensi e gli allestimenti imponenti dei grandi brand, che poi sono stati rimodellati fino a divenire veri e propri spazi non solo di accoglienza ma di convivialità. Questa è la direzione verso cui sono andate molte aziende. Possiamo dire: il modello che va per la maggiore. Che poi è la nostra italianità, ciò che di noi è più amato ma anche che più amiamo per noi stessi. Spazi allestiti come piccoli ristoranti con chef, che oggi sono preferibilmente testimonial di peso, che ti offrono l’esperienza di un pranzo a più portate. Altro che assaggino, che qualcuno ha ancora mantenuto per i visitatori in transito. E c’è anche chi – fra i grandi brand - impronta stand volutamente meno aperti, magari chiusi da pareti o piante, proprio per prediligere l’intimità dei rapporti commerciali.

Apicoltura Colle SaleraApicoltura Colle Salera

Ma c’è un’altra faccia del CIBUS, un Cibus che ha trovato espressione in un padiglione in particolare, il 7, denominato “Aree speciali”. Da quest’anno ha ospitato una sorta di villaggio del benessere alimentare con una selezione delle migliori esperienze produttive, e inoltre ha dato ulteriore spazio (questa è la nostra impressione) alle piccolissime produzioni artigianali, fra le altre cose.
Ecco, l’approccio a questo micromondo richiede un altro tipo di occhiali. Piccoli stand fitti, uno di fianco all’altro o addirittura piccoli spazi dentro un grande stand sotto il cappello di una regione. Qui il passo frettoloso, spedito, non funziona e l’occhio più che negli altri padiglioni dev’essere d’aiuto. Ad attrarre noi sono stati i guizzi di creatività nei microallestimenti, i packaging d’effetto come quella bottiglia d’olio pugliese - che non sveliamo perché gli abbiamo suggerito di partecipare ad un concorso dedicato - che ci è parsa un pezzo di design e che ci ha fatto fermare per un assaggio; minuscoli particolari che ci hanno incuriosito. Nel piccolo liberare creatività è un’operazione più snella e, se ben ci pensiamo, anche un’esigenza per riuscire a balzare fuori, fare la propria presa.

Uno dei prodotti negli stand delle RegioniUno dei prodotti negli stand delle Regioni

Transitando ad esempio davanti allo stand dell’Abruzzo, ci siamo soffermati su un colorato - nel vero senso della parola – apicoltore, Walter Pace, conla sua base nel Parco Nazionale della Maiella, Apicoltura Colle Salera,  che poi abbiamo scoperto fare nomadismo e quindi produrre mieli biologici certificati molto particolari, amico oltre che collega del semprevivo Andrea Paternoster, e super attivo, lui e i suoi due figli, nel proporre l’esperienza “apicoltore per un giorno” fra le api col tutone giallo, far assistere all’operazione di smielatura fino alla degustazione dei diversi mieli. “Lo sapete – ci ha detto a un certo punto - che il 19 maggio c’è Mielerie aperte? In questa occasione l’esperienza che noi offriamo sarà gratuita per tutti”. Approfittiamo quindi per lasciare il sito di questa bella iniziativa a livello nazionale. Cercate il vostro indirizzo e vivetevi una domenica diversa.

C’è un altro CIBUS che sta capendo sempre più che il piccolo non lo si può ignorare ma deve coesistere con il grande e quindi gli va dato il suo spazio. Un Cibus che deve restare grande e continuerà a rendere onore alla città che gli ha dato i natali!

a cura di

Simona Vitali

Parma, la sua terra di origine, e il nonno - sì, il nonno! - Massimino, specialissimo oste, le hanno insegnato che sono i prodotti, senza troppe elaborazioni, a fare buoni i piatti.
Non è mai sazia di scoprire luoghi e storie meritevoli di essere raccontati.
Condividi