I valori immateriali della Coltelleria Berti
Che valori immateriali aveva da offrire la Coltelleria Berti?
Era depositaria della coltelleria tradizionale italiana scomparsa dappertutto, nessun’altro sapeva più quali erano i modelli, come si facevano, quali erano i materiali. Così Andrea comincia a orientare la produzione verso coltelli pregiati portatori di valori identitari, così alle qualità dei materiali, estetiche e funzionali di un coltello riesce ad abbinare valori immateriali garantiti dalla storicità dell’azienda, dalla sapienza in essa sedimentata. A questo aggiunge la relazione umana, cosa impensabile con l’industria. Se compro un coltello dalla coltelleria Berti posso parlare con chi ha fatto quel coltello.
Ogni coltello infatti è prodotto dalle mani di un solo artigiano che effettua in autonomia il lungo processo di lavorazione che si completa con l’incisione delle sue iniziali sulla lama. Chi inizia un coltello lo finisce, da solo, rendendone un pezzo unico.I passaggi di lavorazione sono circa una cinquantina. Si parte dalla lamiera d’acciaio. Un tempo la si tagliava con un colpo di trancia, oggi si usa il laser, è più costoso unitariamente ma permette di realizzare piccoli lotti di un numero elevato di modelli, mentre prima erano pochi i modelli con un numero elevato di pezzi.
La qualità del coltello e la sua capacità di taglio derivano da una combinazione tra la qualità dell’acciaio e il modo in cui viene trattato. Dopo il taglio della sagoma si effettua la tempra col sotto-raffreddamento, trattamento praticato solo sulle linee più pregiate perché raddoppia i costi di lavorazione. Il coltello viene messo in una macchina ad azoto liquido abbattendo la temperatura fino a -80°, dopodiché lo si fa ritornare a temperatura ambiente senza interventi di forzatura. È un’operazione che impiega circa dodici ore e ha lo scopo di aumentare la tenacità del materiale. Quindi si passa all’arrotatrice in due passaggi: lato sinistro e poi destro della lama.
Nel caso del coltello da tasca ci sono in più le piastre interne che possono essere di alpacca, di ottone o di acciaio inossidabile, le fascette o le testine.
A questo punto si prepara il manico che può essere di corno, di legno o di PMMA, polimetilmetacrilato in lastre colate a freddo per ottenere le quali ci vogliono dai tre ai cinque giorni di lavorazione. Anche con quest’ultimo materiale i manici non sono mai stampati ma vengono lavorati a mano, cosa che fa sì che non si abbiano mai due coltelli perfettamente uguali. Anche la geometria finale della lama viene effettuata interamente a mano con una serie di nastri abrasivi. Alla fine, un ricercato packaging completa la narrazione di un alto artigianato capace di elevare ad arte la doppia sapienza della testa e delle mani.
Bruno Damini
www.coletellerieberti.it