Un debutto come si conviene, che ha coinciso con l’avvio di una partnership all’insegna della lotta contro lo spreco alimentare. Per l’Associazione Coniglio Italiano, nata poco più di un anno fa e già forte di 130 aziende iscritte, tutte appartenenti al sistema agroalimentare nazionale, la giornata dedicata, tenutasi a Expo nelle scorse settimane, ha sancito anche l’avvio di un accordo con il Banco Alimentare, al quale l’associazione assicurerà rilevanti quantitativi di carne, secondo un predefinito piano di distribuzione avviato a partire dalla prima settimana di settembre.
Proprio in occasione dell’evento all’Esposizione Universale, dunque, l’associazione ha donato alla fondazione onlus oltre 4mila kg di carne di coniglio: in tutto più di 16mila porzioni, ottenute da più di 3mila capi, prodotti dalla corretta filiera agroalimentare, posta in essere per far fronte all’incontrollata produzione di animali provenienti dall’estero. Attraverso il marchio “Coniglio italiano - Sigillo di qualità”, infatti, l’associazione intende presentarsi sul mercato promuovendo specifici valori, quali italianità, salubrità, garanzia e qualità. “L’obiettivo con cui è nata l’associazione – ha sottolineato il presidente Zeno Roma – è quello di promuovere il consumo di carne di coniglio nazionale e proteggere il neomarchio, che inizieremo quanto prima ad applicare alle confezioni poste in vendita nei banchi della Grande Distribuzione e della distribuzione tradizionale e destinate al consumo finale. Unitamente a ciò, ci faremo promotori di una serie di disciplinari che verranno applicati da tutte le aziende operanti in ciascuna delle varie fasi della filiera produttiva (dal cibo per la nutrizione degli animali ai trasformatori). Questi disciplinari potranno garantire presto al consumatore finale che la carne acquistata deriva da capi nati, allevati e trasformati in Italia”.
Tra gli associati si contano a oggi quattro importanti macellatori (Bertoni Carni, Martini Alimentare, Pola e Romagnol Carni), la cui produzione corrisponde a circa il 35% della quota nazionale di mercato del coniglio, mentre come conferitori i soci coprono il 27-28% del settore cunicolo italiano, che nel 2014 ha raggiunto un fatturato di circa 350 milioni di euro.
“Rispetto ad analoghe associazioni nate in passato – conclude Zeno Roma –, nell’Associazione Coniglio Italiano si è riunito per la prima volta l’intero comparto, dando vita al primo gruppo di operatori che insieme chiudono l’intero cerchio della filiera”.