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Le Monocultivar, espressione del territorio e della biodiversità

01/12/2022

Le Monocultivar, espressione del territorio e della biodiversità

A guardare la mappa dell’olivicoltura italiana si rimane affascinati: oltre 500 cultivar di olive censite nel nostro Paese. Una biodiversità che affascina chiunque sia appassionato di olio extra vergine, pratiche agronomiche e gastronomia, e che rende l’Italia privilegiata rispetto a molte altre zone del mondo, costellate di pochissime varietà.

 

C’è un modo migliore di un altro di valorizzare questa straordinaria biodiversità: darle voce producendo olio extra vergine da monocultivar. 

È su questo che ha puntato Olitalia, azienda leader nel settore dell’olio, affermando una linea che dà spazio ad alcune delle cultivar più importanti: Nocellara, Ogliarola, Frantoio e Taggiasca, recentemente aggiunta. 

 

Capacità di selezione e dialogo

Dedicarsi agli oli extra vergini da monocultivar, come fa Olitalia, presuppone una grande competenza in fase di selezione delle olive e una spiccata capacità di interagire con i produttori. 

Olitalia si avvale di un gruppo di agronomi che forniscono informazioni dettagliate sulle fasi cruciali del processo di selezione: infiorescenza, impollinazione, maturazione e raccolta. Inoltre seleziona i propri fornitori per garantire l’integrità della filiera certificata (designazione di origine) così come una sostenibilità etica ed ambientale.

Instaurare rapporti solidi con le realtà di produzione sparse nella Penisola significa averle a cuore, proteggerle, tutelare i micro territori su cui poggiano. E dare modo alla biodiversità di vivere stagioni migliori.

Le Monocultivar, espressione del territorio e della biodiversità

Venendo alla ristorazione

La qualità elevatissima degli oli extra vergine da monocultivar Olitalia è accompagnata da un’ampia possibilità di abbinamenti e da un packaging elegante, funzionale al servizio in sala. Elementi che rendono questi prodotti ulteriormente indicati per il mondo della ristorazione, sia in cucina, sia in sala con l’ospite.

Ma non è tutto: proporre un olio extra vergine da monocultivar significa per il ristoratore potersi avvalere di un ulteriore elemento di racconto con i propri commensali. Significa fare cultura dell’olio; far percorre la moltitudine di strade e colline disegnati da olivi che si rintracciano nel nostro Paese. 

Non dimenticate che oggi chi si reca in un ristorante si aspetta di tornare a casa avendo imparato qualcosa. Scoprire, attraverso l’assaggio, alcune delle cultivar più importanti in tutta la loro essenza è un’esperienza che non si dimentica. 

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