A guardare la mappa dell’olivicoltura italiana si rimane affascinati: oltre 500 cultivar di olive censite nel nostro Paese. Una biodiversità che affascina chiunque sia appassionato di olio extra vergine, pratiche agronomiche e gastronomia, e che rende l’Italia privilegiata rispetto a molte altre zone del mondo, costellate di pochissime varietà.
C’è un modo migliore di un altro di valorizzare questa straordinaria biodiversità: darle voce producendo olio extra vergine da monocultivar.
È su questo che ha puntato Olitalia, azienda leader nel settore dell’olio, affermando una linea che dà spazio ad alcune delle cultivar più importanti: Nocellara, Ogliarola, Frantoio e Taggiasca, recentemente aggiunta.
Capacità di selezione e dialogo
Dedicarsi agli oli extra vergini da monocultivar, come fa Olitalia, presuppone una grande competenza in fase di selezione delle olive e una spiccata capacità di interagire con i produttori.
Olitalia si avvale di un gruppo di agronomi che forniscono informazioni dettagliate sulle fasi cruciali del processo di selezione: infiorescenza, impollinazione, maturazione e raccolta. Inoltre seleziona i propri fornitori per garantire l’integrità della filiera certificata (designazione di origine) così come una sostenibilità etica ed ambientale.
Instaurare rapporti solidi con le realtà di produzione sparse nella Penisola significa averle a cuore, proteggerle, tutelare i micro territori su cui poggiano. E dare modo alla biodiversità di vivere stagioni migliori.