Matteo Maenza, al ristorante Grual
È interessante capire cosa sta accadendo nella dimensione alberghiera, quali sono le tendenze nelle insegne che si affacciano sia agli ospiti interni che esterni e a volte fungono da traino per la struttura stessa. Per anni in Italia il ristorante d’albergo ha avuto un’immagine tutt’altro che positiva; carenza di cura, mancanza di originalità, menu fissi orientati sulla quantità e non sulla qualità sono solo alcuni dei tanti fattori che hanno lasciato in penombra ristoranti di elevatissimo potenziale, destinati però ad essere solo il ricordo di grandi abbuffate nei periodi di vacanza.
Non è più così, o non lo è per tutti: da nord a sud sono comparsi luoghi connotati da grande cucina e grande servizio, capaci di contribuire da un lato alla qualità dell’esperienza di pernottamento, dall’altro di attirare il pubblico curioso e interessato all’esperienza culinaria. Un bell’esempio lo troviamo al Grual, il ristorante gastronomico di Lefay Resort & SPA Dolomiti, a Pinzolo, in provincia di Trento. Matteo Maenza, qui executive chef da nove anni, ha un percorso sostanzioso, costruito tra Italia, Francia e Spagna ma volto ad inglobare qualsiasi genere di ingrediente e tecnica compaia sul mercato o nel corso della stagione. Le scelte del Grual sono precise: due percorsi degustazione aprono il menu (il primo, Il Sentiero, è di otto portate; il secondo, La Cima, di dodici) a seguire ci sono le proposte a la carte, contenute nel numero ma pensate per soddisfare qualsiasi desiderio dell’ospite.