Umiltà, sacrificio, fatica! Sono tra le parole più usate dai comunicatori, da noi giornalisti, dagli chef quando si parla di ristorazione. Ma se al posto di utilizzare accezioni negative noi cominciassimo a parlare di competenza, reputazione e felicità che questa professione dona alle persone e, di conseguenza, anche a chi la pratica non darebbe il giusto valore a un mestiere che è, anche se non sembra, tra i più importanti per far crescere bene il pianeta?
Un mestiere che non potrà mai essere sostituito dalle macchine e, quindi, anche con un futuro certo per le prossime generazioni; una professione che regala, se la si vuol cogliere appieno, felicità e benessere alle persone; un’attività culturale, nel senso più profondo del termine, che racconta, ancora oggi, buona parte della storia dell’uomo; e, infine, un mondo, quello del cibo, che nel nostro Paese vale qualcosa come il 25% del PIL.