Tavolo dello chef, sferificazione, cucina rivisitata, nouvelle cuisine sono parole che ormai stonano nel linguaggio della ristorazione, sanno di già detto e vissuto. Appartengono ad un passato recente in cui si è proceduto per tentativi alla ricerca di un’identità da assegnare alla cucina italiana; operazione ancora non pienamente riuscita, probabilmente per mancanza di leader veri che possano diventare punto di riferimento solido e concreto, non solo per un’emulazione dei loro successi che, tra l’altro, non potrà mai avvenire. Non abbiamo di certo la pretesa di indicare noi quali saranno le tendenze e non è certo questo lo scopo di questo articolo.
Qui ci vogliamo limitare ad un piccolo, e sicuramente incompleto, glossario sulle parole della ristorazione che devono far riflettere sulle trasformazioni in atto in un settore che, mentre assurge agli onori mediatici, vede calare, da parte dei consumatori, la spesa media dedicata all’alimentazione: -13% nel decennio 2006/2015 (Fonte: Rapporto Coop 2016).
È altrettanto vero che sono in aumento i consumi fuori casa, le persone tendono ad orientarsi verso cene fuori e consumi domestici connotati dalle consegne a domicilio, che vedono il 51% degli italiani farne utilizzo, almeno una volta nel corso dell’anno.
Le parole sono pertanto legate, non a tendenze, bensì alle evoluzioni del mercato e degli stili di vita del consumatore, a cui prestare attenzione. Partiamo proprio da lui: il cliente!
Cliente – è cambiato, è meno fedele, ha molte più occasioni di scelta dettate dai social e dal digitale. Bisogna conquistarlo, come sempre, ma con modalità diverse rispetto a prima. Ve ne suggeriamo una: non fatelo mai sentire a disagio se magari non conosce un nome di un vino, o di un produttore e di una materia prima. A volte accade e quel cliente, statene certi, non tornerà più.