Ristorazione&caffè: sguardi a distanza
“È la ristorazione che vuole approcciare al caffè o il contrario?” È la prima domanda da porsi secondo Iacopo, amministratore delegato di LPDC (l’acronimo del nome, che utilizziamo per comodità). “Già dagli albori l’azienda ha lanciato un segnale di fumo alla ristorazione con la partecipazione al Vinitaly, ponendo il caffè al centro. Stiamo cercando da tempo di far comprendere ai ristoratori quando il caffè rappresenti un’occasione per la ristorazione sotto il profilo dell’esplorazione creativa, dei contenuti e pure del business”. È certo che nel mondo Horeca è ancora tutto da costruire: è rara la cultura di prodotto, di utilizzo e consumo.
“Stiamo lavorando per trasferire conoscenza ai professionisti del settore. Interagire con un pasticciere o un addetto al bar, quando si parla di caffè, è molto diverso visto che le modalità di servizio ed estrazione del caffè sono differenti da un contesto all'altro. Il ristorante potrebbe avere un ruolo determinante - come abbiamo già visto per altre categorie di cibo o bevande - per avvicinare le persone al caffè. Se al bar viene consumato in un lasso di tempo solitamente brevissimo e con grandi distrazioni, al ristorante, specie se si tratta di un locale che offre esperienze di degustazione, si avrebbe molto più tempo per appassionare il cliente sia sotto l’aspetto esperienziale sia sotto quello culturale”. E come ci siamo ripetuti più volte il ruolo di chi sta in sala e in cucina è cruciale ai fini della narrazione.
“Le Piantagioni del Caffè, lo dice il nome, riserva una profusa attenzione per tutto ciò che avviene prima della torrefazione: a partire dal 1994 abbiamo selezionato attività agricole sparse in tutto il pianeta per garantirci le migliori basi da cui ricavare miscele o prodotti in purezza a partire da attività monovarietali o pluri varietali. Lavoriamo con agricoltori motivati a garantire un’alta qualità del raccolto e ad ascoltare la nostra opinione anche sulle dinamiche di coltivazione. Instauriamo una relazione diretta con queste persone perché crediamo abbia senso, conosceremmo gran poco del caffè se non fosse così. Le loro, inoltre, sono storie che possono essere raccontate al pari di quanto si sta facendo da tempo con il vino. E sappiamo tutti quanto parlare di vignaioli e territori abbia giovato al comparto enologico…”.