Secondo Confcommercio quest’anno sotto l'albero ci saranno meno libri, meno capi d'abbigliamento e meno elettrodomestici. Si prevede, per la prima volta, anche un calo degli apparecchi tecnologici, mentre saliranno, anche se di poco, alimentari, profumi, vini, cosmetici e giocattoli. Confcommercio segnala anche che la quota dei consumatori che faranno gli acquisti su Internet raddoppierà rispetto al Natale scorso, raggiungendo quota 13%.
Nonostante la crisi solo poco più di un italiano su dieci è intenzionato a tagliare la spesa per alimentari a Natale mentre ben il 42% risparmierà sui divertimenti e il 40% sull’abbigliamento. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dell'indagine “Xmas Survey 2011” di Deloitte, che evidenzia la maggiore tenuta della spesa alimentare degli italiani per Natale rispetto agli altri beni. Si stima che – sottolinea la Coldiretti - su un budget totale medio di 625 euro a famiglia destinato al Natale, ben 139 euro sono destinati alla spesa alimentare aggiuntiva per imbandire le tavole delle festività.
Confesercenti-Swg afferma che per i regali si spenderanno cinque miliardi (-14% di spesa media familiare rispetto allo scorso anno), soprattutto per l'acquisto di beni alimentari (83%), mentre tra quelli tecnologici il tablet è l'oggetto più gettonato. Un dato da sottolineare è l'83% degli italiani che ha tagliato le spese per l'abbigliamento e le vacanze. Ciò nonostante, sono molti gli italiani che, al contrario, non hanno nessuna intenzione di rinunciare ai regali di Natale sono disposti a richiedere un prestito. Lo faranno per comprare i regali ad amici e parenti, per sostenere le spese per la settimana bianca o il viaggio di Natale o Capodanno e per un cenone di Capodanno da non dimenticare.
Secondo i dati a disposizione, sostiene la Confederazione Italiana Agricoltori, quest’anno solo il 19 per cento degli italiani spenderà meno per cibo e bevande, mentre ben l’81 per cento lascerà praticamente inalterato il budget per il cenone della vigilia e per i pranzi di Natale e Santo Stefano. Più in dettaglio, ogni famiglia sborserà in media 140 euro per imbandire le tavole del 24, 25 e 26 dicembre. Con una spesa complessiva stimata in 3,2 miliardi di euro. Vale a dire solo l’1 per cento in meno del 2010.
Codacons ha rilevato che si spenderà meno per addobbi natalizi (-15%), regali per amici (-10%) e vacanze (-8%), il tutto a favore dei bambini: i genitori non rinunceranno a regalare qualcosa ai propri figli.
Il prossimo sarà un Natale drammatico dal punto di vista turistico, secondo un’indagine dell’Adoc resterà a casa il 73% degli italiani, il 24% in più dell’anno passato. Adoc, associazione di consumatori, afferma che la spesa media del viaggio, per quattro italiani su dieci, è di circa 400 euro a persona, solo il 3% può permettersi di spendere più di 1000 euro. Continua il boom dei viaggi a rate, che però presentano l’incognita dell’indebitamento al ritorno delle vacanze. L’indebitamento per le vacanze sta divenendo una pratica diffusa, in crescita del 3% rispetto allo scorso anno, per un importo medio di 1500 euro. Sia i viaggi, che i gli alberghi e i ristoranti oggi vengono pagati a rate.
Mentre un’agenzia di comunicazione, Lewis PR, in un sondaggio ha rilevato che i regali più diffusi saranno abiti, gioielli e accessori (26%), meglio se griffati, seguiti da libri, cd e dvd (18,2%). Chi dispone di un budget più consistente preferisce investire in gadget tecnologici (13%), molto apprezzati anche da chi li riceve: il 21,8,%, infatti, chiederebbe a Babbo Natale un iPhone/iPad o un oggetto tecnologico.
Numeri, numeri, numeri!!
Ma la fotografia reale dell’Italia natalizia la potremo vedere solo nei giorni dedicati alle festività, con le case probabilmente piene di persone, in cui magari si riscopre per una volta l’affetto sincero, in cui ci si racconta e si immagina un futuro migliore.
Oppure, come altrettanto ci auguriamo, nei ristoranti che riescono ad offrire ugualmente il calore dell’ospitalità, dove condividere non la sontuosità ma il semplice perpetuarsi di tradizioni gastronomiche che, più di ogni sperimentazione e ricerca culinaria, lasciano il posto alla memoria collettiva: uno dei beni più preziosi dell’uomo.
Guido Parri