La lettera, inviata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e ai Ministeri competenti, suggerisce la possibilità di optare per un distinguo in termini di riapertura tra le scuole di ogni ordine e grado, i master e le strutture che possano eventualmente erogare in ogni caso la loro formazione anche online e le realtà come le accademie il cui impianto didattico si regge in massima parte su attività di tipo laboratoriale.
Come si legge nella lettera, i firmatari auspicano l’apertura di un dialogo per trovare soluzioni accettabili: “…L’esigenza delle Scuole qui rappresentate è quindi quella di aprire il prima possibile un tavolo di confronto per ricercare una soluzione che, pur nel rispetto dei temi di sicurezza della salute che evidentemente sono oggi prioritari, possano venire incontro anche alle esigenze delle nostre strutture”.
Un grido d’aiuto che gli Istituti di Arte e Mestiere (Scuole o Accademie), con il supporto della Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte di Milano, rivolgono alle autorità facendo rimarcare la sostanziale diversità delle loro realtà formative rispetto alle modalità con cui vengono somministrate le lezioni da parte delle Scuole pubbliche e Università.
Se infatti tali istituti didattici basano la loro attività sostanzialmente su un insegnamento teorico, le scuole formative di arti e mestieri hanno bisogno, per la loro natura, di operare prevalentemente in modalità esperienziale e pratica.
L’appello vuole trasmettere la preoccupazione delle scuole in merito al fatto che una chiusura prolungata, come prospettato finora da tutti i canali istituzionali, oltre a un danno culturale profondo per tutti gli studenti che si affidano alla formazione professionale specifica presso le loro strutture, sarebbe anche causa di danno economico irreparabile per un comparto in gran parte costituito da imprese private.
Le 20 scuole che partecipano all’appello sono, ed è un elemento importante, strutture formative in cui si insegnano e tramandano i mestieri d’arte della tradizione italiana, fondamento imprescindibile del Made in Italy. Queste scuole occupano un grande numero di dipendenti, contribuiscono alla preparazione e all’occupazione di migliaia di giovani italiani apprezzati anche all’estero, dove portano i valori delle tradizioni e dell’artigianalità, e rappresentano un vanto e una risorsa preziosi, oggi in grave pericolo.
Nel caso la ripresa dell’attività didattica dovesse essere inibita ancora per lungo tempo, sarebbero enormi i rischi che deriverebbero, con una perdita straordinaria di competenze e di professionalità che il Paese soprattutto in questo momento non si può permettere.