Ritorno (o recupero)
A volte banalizzato, altre inflazionato; ad ogni modo il “ritorno” come concetto culinario, ambientale e sociale nella ristorazione, e non solo, si sta facendo sentire. Il ritorno ai sapori di un tempo, ai modi di consumare il cibo, di condividerlo, di prepararlo anche, sta colonizzando molte attività e molti format, e spesso sono proprio i giovani a richiamare all’appello il passato. Il bisogno di ritrovarsi nelle cose semplici, conosciute, di consumare piatti con pochi artifizi e gloriosa sostanza, è un’esigenza prima di tutto culturale, di memoria storica, e poi anche di rifugio, di ritorno alla semplicità, in un mondo che tende a semplificare alcune cose ma anche a complicare dove non v’è bisogno. Non abbiamo molti dubbi: il “ritorno” - al pari del recupero - sarà un termine chiave, sempre più consolidato e di cui si avrà sempre più necessità, anche per affrontare innovazioni profonde che sono già in essere. Resta pure qui da vedere la miglior modalità d’applicazione: ci auguriamo che si facciano largo i modelli che recuperino usanze, piaceri e sapori di un tempo utilizzando un linguaggio contemporaneo, capace di dare continuità al passato senza precludere al futuro la possibilità di dire la sua.