AIS e Unione Ristoranti del Buon Ricordo
Il tempo che trascorreva sortiva in Paolo l’effetto di fargli piacere sempre più il uo lavoro, stimolandolo a cercare occasioni per apprendere quanto più possibile.
Così non ha esitato a seguire un corso per sommelier AIS, che nel tempo sarebbe diventato ambiente per lui molto familiare. Era il 1974. A sua volta questo gli ha aperto le porte sull’Unione ristoranti del Buon Ricordo. Capitava infatti che andasse a prestar servizio presso il ristorante La Frasca piuttosto che la Grotta di Brisighella, in occasione di banchetti matrimoniali. Sempre in inverno, quando la sua attività era ferma. Finché non ha preso coraggio facendo richiesta di entrare lui stesso in quell’associazione prestigiosa. La sua candidatura è stata accettata dopo un anno, nel 1978. Lo ha chiamato Franco Colombani per comunicarglielo. “Che maestro anche lui, capace di mettere alla tradizione un vestito più elegante, col suo modo di reinterpretarla” ricorda Paolo.
“Ecco, AIS e Buon Ricordo - prosegue - mi hanno dato lo stimolo per fare una ristorazione diversa. Qui ho capito il valore dell’associazionismo, dello scambio con i colleghi che è crescita, incentivo a darsi obiettivi. E da quel momento il mio supporto non è mancato mai”. Chi conosce Paolo lo sa, sa quanto c’è per i suoi colleghi e anche quanto sa farsi amare. Lo apprezzano per la sua saggezza, per quei toni sempre pacati, mai sopra le righe, e quel sorriso che stempera anche le situazioni più difficili. Che non è piccola cosa.
I tre ristoranti
In cucina è brioso e spumeggiante, in continuo fermento, da sempre. E non può che essere così avendo scelto di pensare ogni giorno a ben tre ristoranti, ciascuno con una sua peculiarità: Il Paolo Teverini (nome suggerito a suo tempo da Luigi Veronelli) con la sua cucina gourmet, il Pret a Porter che propone piatti più semplici che beneficiano però dell’influsso della cucina d’autore e il buffet di qualità, pensato per i clienti dell’hotel che apprezzano questa formula. Tre ristoranti coordinati da un’unica grande cucina. Ci vuole una bella abilità!
Sono passati tanti anni ma lo spirito di Paolo Teverini non è cambiato come testimoniano le sue parole: “un cuoco dev’essere persona golosa e curiosa, sempre disposta a guardare a domani. Vorrei non perdermi nulla di quello che esce da una cucina, vedere tutto. Quando ho potuto ho cercato di calarmi in esperienze formative, come è accaduto a suo tempo presso Gualtiero Marchesi, a cui sono rimasto legato per tutto il tempo a venire, e pure con Ferran Adrià”.