Phibun non era certo una figura democratica. Era salito al potere grazie ad un colpo di stato militare e amava paragonarsi a figure come quella di Napoleone e Mussolini. Durante il suo governo impose molti cambiamenti alla società in nome di un’ideologia nazionalista thailandese, come ad esempio eliminare la lingua cinese dalle scuole e rimuovere persone di etnia cinese da posizioni di rilievo, ma fu anche l’autore del cambiamento di nome del paese, che da Siam diventò Thailandia. Impose anche un certo modo di vestire alla popolazione, più occidentale, indossare gli abiti tradizionali diventò infatti motivo di sanzione.
Molti piatti nazionali hanno storie ancestrali, più o meno vere, ma questo non è il caso del Pad Thai. Si pensa infatti che Phibun fosse così legato a questo piatto perché la sua governante lo preparava sempre nella sua cucina, e a lui piacesse molto. Verso la fine della guerra, Phibun venne rimosso dal suo incarico e il nuovo governo si impegnò a smantellare gran parte della sua rivoluzione culturale. Tuttavia, la cultura del Pad Thai, che nel frattempo si era radicata nella popolazione, rimase intatta.
Oggi, in Thailandia, le moderne versioni del Pad Thai attirano folle di turisti entusiasti, ma competere all’interno di una ricca scena gastronomica come quella del paese non è semplice. Dove il piatto ha avuto un successo incredibile, invece, è all’estero. I noodles con tofu, gamberi, uova, salsa di pesce, arachidi e lime raccontano al mondo che la Thailandia è un paese che vale la pena visitare, meglio se seduti a tavola.