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L’invenzione del Pad Thai

26/06/2024

L’invenzione del Pad Thai

Nel 2002 il governo thailandese lanciò il programma Global Thai, che in breve tempo diventò il primo esempio al mondo di utilizzo del cibo a scopo diplomatico. Al fine di far conoscere il paese all’estero (e forse anche per staccarsi dalla fama di paese del turismo sessuale), Bangkok puntò tutto sul suo cibo tradizionale, rendendo più semplici le esportazioni alimentari dal paese, promuovendo in ogni occasione possibile la sua cucina e formando decine di cuochi a cui poi venivano forniti visti speciali con la possibilità di aprire attività ristorative in tutto il mondo. Il programma ebbe un successo strepitoso, tanto che molte nazioni ne seguirono l’esempio, e ben presto l’immagine del paese abbandonò la dimensione sessuale per abbracciare quella culinaria.

Global Thai però non fu il primo esempio tailandese di utilizzo del cibo per scopi politici.Durante la Seconda guerra mondiale, infatti, la Thailandia si trovava in una situazione precaria. Per anni i leader del paese avevano tenuta stretta la loro indipendenza, accerchiati da colonie francesi e inglesi. Il governo del paese, nella figura del generale Phibun, ritenne che una forte cultura nazionale, a partire dal cibo, fosse la chiave per riuscire a prolungare lo status di nazione indipendente. 

Fu così che, nell’ambito di una campagna denominata “Il noodle è il tuo pranzo”, il dipartimento per il benessere pubblico offrì ai thailandesi carrelli di noodle gratuiti e distribuì le ricette di un nuovo piatto nazionale: il Pad Thai. Al tempo il cibo della Thailandia era molto più incentrato sul riso, il piatto infatti sembrava più cinese che tailandese, ma il primo ministro fu irremovibile: voleva che tutta la popolazione si abituasse a mangiarlo. 

Plaek Pibulsonggram, meglio noto come PhibunPlaek Pibulsonggram, meglio noto come Phibun

Phibun non era certo una figura democratica. Era salito al potere grazie ad un colpo di stato militare e amava paragonarsi a figure come quella di Napoleone e Mussolini. Durante il suo governo impose molti cambiamenti alla società in nome di un’ideologia nazionalista thailandese, come ad esempio eliminare la lingua cinese dalle scuole e rimuovere persone di etnia cinese da posizioni di rilievo, ma fu anche l’autore del cambiamento di nome del paese, che da Siam diventò Thailandia. Impose anche un certo modo di vestire alla popolazione, più occidentale, indossare gli abiti tradizionali diventò infatti motivo di sanzione.  

Molti piatti nazionali hanno storie ancestrali, più o meno vere, ma questo non è il caso del Pad Thai. Si pensa infatti che Phibun fosse così legato a questo piatto perché la sua governante lo preparava sempre nella sua cucina, e a lui piacesse molto. Verso la fine della guerra, Phibun venne rimosso dal suo incarico e il nuovo governo si impegnò a smantellare gran parte della sua rivoluzione culturale. Tuttavia, la cultura del Pad Thai, che nel frattempo si era radicata nella popolazione, rimase intatta.

Oggi, in Thailandia, le moderne versioni del Pad Thai attirano folle di turisti entusiasti, ma competere all’interno di una ricca scena gastronomica come quella del paese non è semplice. Dove il piatto ha avuto un successo incredibile, invece, è all’estero. I noodles con tofu, gamberi, uova, salsa di pesce, arachidi e lime raccontano al mondo che la Thailandia è un paese che vale la pena visitare, meglio se seduti a tavola. 

 

a cura di

Federico Panetta

Varesotto di origine, è come una biglia nel flipper dell'enogastronomia. Dopo la formazione alberghiera lavora in cucina e si laurea in Scienze Gastronomiche presso l’Università di Parma. Oggi si occupa di comunicazione gastronomica collaborando con diverse riviste di settore.
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